I granata persero tre anni fa la semifinale play off. Una sconfitta netta e perentoria che brucia ancora e che dovrebbe rappresentare un ulteriore stimolo a far bene. Bollini ha avuto più tempo per conoscere il gruppo e i singoli calciatori. Ha mostrato coraggio nel cambiare da subito modulo provando uno schieramento mai utilizzato prima con soli due allenamenti alle spalle. Un aspetto questo che se da un lato indica un eccesso di spregiudicatezza dall’altro mostra il coraggio di un allenatore alla sua prima esperienza e per nulla intimorito dall’avversario e dal teatro del debutto. Ora Bollini dovrà essere bravo a trasferire alla squadra questo coraggio ma anche nuovi stimoli perchè qundo giochi bene e non vinci (accadeva anche con Sannino) c’è il rischio di abbattersi.
Servono i punti e le vittorie per poter voltare pagina in modo concreto. Serve carattere, grinta e determinazione. Serve quel coraggio di osare visto a Bari ma associato anche ad una maggiore attenzione e concentrazione in fase difensiva. Perdere per due tiri in porta su calcio piazzato brucia e non poco. Bollini deve riportare anche serenità in un gruppo che ha tanti capo cantiere e pochi operai votati al sacrificio. Con l’uscita di scena di Sannino non ci sono più alibi. I giocatori sono dei professionisti, lo dimostrino da qui alla fine del campionato mettendosi incondizionatamente a disposizione del nuovo tecnico che dovrà fare le scelte del caso senza aver paura di ferire qualcuno. All’insegna dell’uno per tutti, tutti per uno si va avanti così: con un’arma in più – quella dell’unità d’intenti – da far pesare, da far diventare arma vincente.