Gli astensionisti si confermano il “primo partito con il 35,9% degli elettori e tra chi esprime una preferenza il M5s (31,5%) prevale sul Pd (29,8%); al terzo posto Forza Italia e Lega all’ 11,9%, seguiti da Fratelli d’ Italia con il 4,8%, Area popolare 3,8% e Sel-Sinistra italiana con il 3,2%. Quindi, nulla di nuovo sotto il sole: tre poli di quasi uguale consistenza e due aree (centristi e sinistra) che si collocano tra il 4% e il 5%”. Insomma, conclude Pagnoncelli, “stando al consenso e alle intenzioni di voto rilevati nel sondaggio odierno, Renzi e il Pd non sembrano uscire ridimensionati dalla sconfitta.
Questo tuttavia non significa che il 40,9% del fronte del Sì (13,4 milioni di elettori) possa essere considerato del tutto appannaggio del Pd, nonostante il dato percentuale presenti una singolare vicinanza con quello ottenuto dal partito di Renzi alle Europee (40,8%, 11,2 milioni di elettori). L’ analisi dei flussi elettorali ha infatti mostrato che si sono espressi a favore del Sì circa un quarto degli elettori di Forza Italia e circa il 10% di quelli della Lega, del M5s e di FdI i quali, nel caso di elezioni politiche, sembrerebbero confermare l’ orientamento di voto per il loro partito”. E a questo punto, con tre poli che hanno pochi punti di differenza tra loro sarà determinante la legge elettorale.