Il locale che offre la possibilità di ospitalità, con i suoi 35 coperti in inverno, che si ampliano a 40 in estate, resta aperto con i seguenti orari: 12.00/14,30 – 19,30/23,30 osservando la chiusura domenica sera e Lunedì per l’intera giornata. La gestione è del tutto familiare con papà Francesco Russo, che con una esperienza quarantennale di direzione di ristoranti, supervisiona un pò tutto, ed i due figli: Salvatore tutto fare al di fuori della cucina, con ruoli di P.R., maître e sommelier e Claudio chef che in cucina riceve la collaborazione dell’amico d’infanzia Danilo Mertino, il quale nella stagione estiva lavora in Toscana mentre in quella invernale e lieto di collaborare con i Russo, suoi compaesani di Torre del Greco, che come tanti torresi hanno portato il meglio della cucina campana nel mondo.
Ricordiamo che proprio dalla zona di Torre del Greco sono emersi tanti nomi di chef e pasticcieri famosi nel mondo che hanno fatto conoscere sui grandi transatlantici e in tanti continenti la vera essenza ed il vero gusto della tradizionale cucina nostrana, a volte rivisita, ma generalmente mai stravolta, così come anche i nostri vini che hanno fatto riscoprire nella loro grande valenza, ben abbinandoli ai loro piatti proposti alla clientela. Claudio, in questa serata dedicata alla stampa, ha dato dimostrazione della sua alta classe raggiunta come cuoco, collaborando con il suo compaesano, il grande chef Michele Deleo ed altri, ma anche per gli insegnamenti ricevuti nell’Istituto Alberghiero De Gennaro di Vico Equense dove sono emersi chef come Gennarino Esposito, Antonino Cannavacciuolo ed ancora tanti.
Il maestro di cucina Claudio afferma: ”Tutto quello che viene servito in questo locale, ha come base l’eccellenza dei prodotti, quasi tutti esclusivamente campani a parte qualcosa che è essenziale in cucina e che magari da noi non viene proprio prodotta. La ricerca delle materie prime che mi permettono di lavorare ed ottenere successi sono, a prescindere dal mio impegno che metto in campo con tanto cuore perché la cucina bisogna amarla per poterla fare amare, il frutto dell’impegno di tutta la nostra famiglia che gestisce questo ristorante e che mira a offrire sempre più il meglio dell’enogastronomia incontrando i gusti e i sapori che la clientela più esigente del buon cibo desideri trovare”.
Stesse finalità che conferma Salvatore il quale dice: “Non vogliamo strafare presentando un piatto ben assemblato e coreografico, perché sappiamo che sembrerebbe voler sviare il cliente dalle aspettative con le quali è entrato qui per pranzare o cenare, ma vogliamo portare un piatto semplice a tavola, gustoso, d’impatto visivamente, ma sempre centrando quella che è l’importanza del piatto cioè, alla fine, il gusto. Si cerca di portare in tavola l’estro di mio fratello, con un buon abbinamento di vini che personalmente scelgo con grande attenzione, perché i clienti anche in questo campo stanno ben approfondendo le loro conoscenze ed è quindi giusto che io da sommelier possa guidarli, comprenderli ed eventualmente indirizzarli”.
La deliziosa cena ha permesso di gustare come entrée: una Seppiolina cotta al vapore su spuma di carota e zenzero con del riso nero croccante e misticanza; ha fatto seguito un polipo scottato su spuma di patate con prezzemolo riccio e chips di pane croccante ed ancora gamberetti cotti al vapore con maionese like di soia senza uova, quindi molto leggera. Come primi piatti sono stati serviti dapprima Paccheri del premiato pastificio Vicidomini di Castel San Giorgio, con vongole veraci e pomodorino fresco e poi sempre dello stesso pastificio uno Spaghettone agli scampi.
Deliziosi gamberi e calamari freschissimi grigliati hanno costituito il secondo piatto,che nonostante già sazi di tanta bontà, si son fatti gustare per la loro eccezionalità. Stessa cosa è stata per i dolci che proprio non c’entravano, ma di fronte ad un assaggio di babà, di cassatina e di schuhe con fragoline la tentazione ha prevalso ogni limite di cautela dietologica. Lo stacco dalla Campania con un Gruss Sylvaner Vieilles Vignes – Vin D’Alsace era opportuno per gli antipasti, ma con i primi e secondi siamo subito tornati ad apprezzare la nostra Campania che con il Costa d’Amalfi – Terre Saracene di Ettore Sammarco prodotto con uve autoctone Biancolella (Biancatenera), Falanghina e Pelella, nulla ha da invidiare agli amici del vino francese.
E’ il caso di dire che una cucina così non la si può dimenticare, e per chi come me svolge questa professione di comunicatore delle eccellenze, certamente ha l’obbligo di farla conoscere e proporre di gustarla, certo anche di non essere smentito. Alla serata erano presenti anche l’attraente e simpatica P.R. Romina Sodano e l’attore Vincenzo Soriano, candidato con il film “Con tutto l’amore che ho” al David di Donatello e protagonista nel ruolo di Salvatore Giuliano del film di prossima uscita “Il bandito Giuliano”.
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