Il ruolo delle nuove tecnologie nella gestione della patologia diabetica è in crescita esponenziale e l’utilizzo di strumentazioni complesse nella pratica clinica quotidiana è una realtà con la quale oggi il diabetologo deve confrontarsi. Nel corso del congresso sono state presentate le principale novità nell’area della Diabetologia Pediatrica ed è stato presentato il Progetto PEDarPAN, la prima esperienza in Europa di pancreas artificiale nei bambini.
Si è fatto il punto sullo stato dell’arte del pancreas artificiale, sul primo sensore per la glicemia impiantabile e sono stati presentati i primi dati e le prime esperienze italiane di infusione intraperitoneale con il sistema Accu-Chek Diaport. Altro tema affrontato durante la due giorni è stato il diabete in gravidanza, che è stato approfondito in un dibattito tra i diversi protagonisti del team assistenziale, pediatri, ginecologi, diabetologi, psicologi che si trovano a gestire pazienti diabetiche che affrontano gravidanza e parto.
Come accennato, una delle più importanti novità di quest’anno è stato il confronto con la Diabetologia Pediatrica. “Le nuove tecnologie hanno consentito alla Diabetologia di fare importanti passi in avanti negli ultimi dieci anni – commenta Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy – e possiamo sentirci orgogliosi di essere sin dalla prima edizione sostenitori del convegno MICROINFUSORI E DINTORNI. E’ nella nostra missione aziendale favorire il dialogo tra diabetologi, pediatri e altri specialisti, che attraverso una stretta collaborazione possono offrire le migliori soluzioni che aiutino le persone con diabete quotidianamente”.
È risultato di particolare interesse l’esito del Progetto PEDarPAN (PEDiatric artificial PANcreas). Si tratta di un programma sperimentale che ha coinvolto trenta bambini dai cinque ai nove anni. I piccoli pazienti sono stati selezionati da centri di eccellenza di tutta Italia secondo criteri molto rigidi. Il Progetto si basa sull’applicazione del pancreas artificiale costituito da tre componenti: un sensore sottocutaneo per la glicemia, un algoritmo di controllo e un microinfusore di insulina. I tre componenti sono collegati da uno smartphone che sulla base delle indicazioni fornite dal sensore invia l’impulso al microinfusore per l’erogazione della quantità di insulina necessaria.
“I bambini sono stati monitorati h24 da medici, ingegneri e genitori per verificare l’esito delle attività routinarie che simulavano la vita reale – ha spiegato il Prof. Dario Iafusco, Coordinatore Scientifico di Microinfusori e Dintorni – l’esito di questa esperienza è stato estremamente positivo e credo che abbia segnato la strada alla terapia del futuro. Sono fiducioso che la sperimentazione del pancreas artificiale progredirà ulteriormente sino a che esso entrerà nella pratica clinica come primaria soluzione terapeutica anche in pediatria”.
In definitiva, il congresso ha messo in luce gli aspetti di maggiore innovazione tecnologica per la cura del diabete insulino dipendente realizzati fino a questo momento. “I nuovi farmaci, l’utilizzo del microinfusore per la somministrazione di insulina, le possibilità pratiche del monitoraggio continuo della glicemia, l’infusione intraperitoneale dell’insulina, l’integrazione con sistemi intelligenti tali da rendere non troppo lontano il sogno di realizzare un vero pancreas artificiale, questi gli elementi che compongono l’attuale affascinante percorso del convegno Microinfusori e Dintorni. – Ha affermato il Prof. Mariano Agrusta Coordinatore Scientifico di Microinfusori e Dintorni -L’integrazione tra strumenti tecnologici evoluti, una vera a propria “rete” assistenziale ed educativa viaggiante sulle bande del web, fino alla telemedicina e l’attenzione alle nuove tecniche di engagement del paziente per renderlo empowered (cioè capace di autogestire la malattia cronica migliorando la qualità della sua vita), sono la necessaria conseguenza. Tutto questo non è solo il futuro prossimo ma è già il presente. Ci sono, certo, problemi ancora da risolvere, come la miniaturizzazione dei sistemi e l’affidabilità degli algoritmi di previsione, come pure vi è la necessità di ridurre i costi per rendere sostenibile il loro utilizzo su più larga scala; ma la meta appare vicina e raggiungibile”.