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Avvocati: compiti copiati attraverso lo smartphone, 60 praticanti nei guai

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La Procura di Nocera Inferiore ha aperto un’inchiesta sulla prova scritta dell’esame di abilitazione da avvocato. Nei guai 65 aspiranti professionisti per una prova scritta eseguita nel dicembre 2015 presso l’Università degli Studi di Salerno, con sede a Fisciano. Tra i praticanti finiti sotto inchiesta  figurano figli di magistrati, carabinieri, ufficiali della Guardia di Finanza, professionisti tutti provenienti da Salerno e provincia. La Procura di Nocera Inferiore indaga per competenza territoriale dopo che il fascicolo era stato trasferito dalla magistratura inquirente di Salerno.

Almeno mille gli esami sospetti, una sessantina quelli che risulterebbero essere perfettamente uguali. Secondo le prime indiscrezioni, i candidati furbetti avrebbero «taroccato» le prove in tutti e tre i giorni: dal compito di penale a quello di civile per finire alla stipula dell’atto. Avrebbero dunque utilizzato le stesse parole e gli stessi concetti,  ma sarebbero state individuate anche le fonti sul web dalle quali i praticanti avvocati avrebbero copiato i testi.

Nella sessione delle prove scritte 2015, quella che adesso è al vaglio della Procura di Nocera – ricorda il quotidiano La Città oggi in edicola- , vi furono anche quattro espulsi. Quattro candidati che erano riusciti a eludere i controlli a campione del metal detector e che poco dopo l’avvio dell’esame di abilitazione alla professione di avvocato furono sorpresi in aula con gli smartphone accesi, che consentivano sia di chiedere consigli ad amici o familiari sia di consultare le banche dati del web per svolgere al meglio le prove scritte. Gli esaminatori adottarono la linea dura, escludendoli dalle selezioni e obbligandoli così a riprovare l’anno prossimo, dopo altri dodici mesi da praticanti.

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