La sessantina di candidati delle prove del 2015, quelle corrette entro giugno di quest’anno – scrive Le Cronache – , non sarebbero, quasi tutti, tra i 210 salernitani ammessi agli orali. Evidentemente, non è stata molto fruttuosa la pratica forense fatta presso lo studio di qualche noto papà o zio avvocato, di cui ci si poteva vantare tanto. Come diceva il padre della genetica Gregor Mendel “I libri studiati dai padri non si ereditano se non sugli scaffali”. Cosi anche se il papà è un magistrato a Nocera Inferiore o se sei un sottufficiale dei carabinieri in servizio a Nocera Inferiore. Intanto, ieri si sono diffuse notizie false e cioè che le indagini riguardassero le prove scritte sostenute quest’anno, svolte poche ore fa.
Una voce diffusasi perchè diverse decine di candidati sarebbero stati riconosciuti per avere il telefonino con sé durante la prova pur se non consentito. E sarebbe proprio il telefonino “l’arma del delitto” nel caso dei compiti copiati nel 2015 all’università di Salerno. In altri concorsi, sono state svolte indagini anche abbinando i nomi dei “copiatori” ai loro posti a sedere per stabilire se i compiti da copiare siano passati di mano in mano e chi fosse presente a vigilare e quali legami avesse con i candidati.
Intanto la sessantina di compiti la procura di Salerno l’ha inviata nei giorni scorsi alla procura di Nocera Inferiore competente per Fisciano, dove ha sede l’Università di Salerno e dove si sono svolti gli esami scritti per superare l’abilitazione all’esercizio della professione forense ed essere iscritto all’ordine degli avvocati. Probabilmente, le indagini saranno affidate a un magistrato di provata esperienza anche per fugare ogni dubbio su ipotetici favori per la presenza del figlio di un collega o di un sottufficiale dell’Arma dei carabinieri
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