Ma è anche vero che rispetto alla passata stagione i diretti interessati ritengono di aver potenziato notevolmente l’organico, motivo per cui ottenere così poco in termini di vittorie (4 in 19 incontri) non deve aver di certo fatto piacere a dirigenza e proprietà. Nelle ultime due gare del 2016, dunque, il nuovo allenatore della Salernitana dovrà cercare di far registrare un’inversione di tendenza. Bollini si sarebbe immaginato un esordio all’Arechi di ben altro spessore e invece i suoi ragazzi un po’ l’hanno deluso. Della squadra padrona del campo a Frosinone, capace di mettere
sotto un’autentica corazzata, di capitalizzare le palle gol create, di tenere a bada bomber di razza come Dionisi e Cocco, non s’è visto quasi nulla contro il Carpi. E non basta l’alibi dell’arbitraggio negativo del signor Saia, che probabilmente pure ha avuto il suo peso, a giustificare una prestazione così sottotono, caratterizzata da errori di piazzamento (vedi primo gol degli ospiti), da una manovra raffazzonata, da poche idee e brio in avanti, senza dimenticare la solita amnesia che regala agli avversari un gol su calcio piazzato (il nono stagionale al passivo).
Come se non bastasse, ad Avellino una Salernitana chiamata a riscattarsi dovrà fare a meno del suo leader difensivo, Bernardini, e del suo attaccante più prolifico, Coda. Nel pacchetto arretrato, Tuia e Luiz Felipe sembrano in vantaggio rispetto a Schiavi e Mantovani. In mediana spera in una chance Zito, che vorrebbe farsi rimpiangere dai suoi ex tifosi. In avanti, Joao Silva potrebbe essere impiegato dal primo minuto con Rosina, mentre sull’out mancino Donnarumma, Improta e Caccavallo si dovrebbero giocare l’ultima maglia disponibile.