“A nulla – si legge nella missiva – sono servite scuse e rettifiche, perché quello che per lei potrà rappresentare un piccolo inciampo politico, per la nostra generazione rappresenta invece una dolorosa quotidianità” scrivono i giovani democrat che definiscono Poletti “l’ennesima persona che ha trattato con leggerezza e superficialità la difficile situazione dell’occupazione giovanile in questo Paese”, producendo “per noi sale su una ferita aperta che brucia da impazzire”.
“Lei forse – si legge – non capisce cosa significhi veder partire un fratello, una fidanzata, l’amico di una vita, o il compagno di banco delle superiori, per andare a cercare fortuna all’estero”. I giovani democratici sottolineano che “ci spaventa quindi non è viaggiare, ma dover partire perché qui le nostre ambizioni sono quotidianamente frustrate: da contratti precari che il Jobs Act evidentemente non poteva e non potrà eliminare, da ambienti di lavoro conservativi e refrattari al cambiamento e all’innovazione, da corsi di aggiornamento, lauree e master che sembrano non bastare mai, da datori di lavoro che ci vedono come un peso più che come un’opportunità, da genitori che sono la nostra forza perché ci sostengono ma diventano la nostra trappola quando non riusciamo ad emanciparci dal loro supporto, da mutui sognati e desiderati che non possiamo permetterci perché incompatibili con i nostri contratti di lavoro.
Non siamo così ingenui da credere che qualcuno possa, con un colpo di spugna, cancellare questi problemi, ma non siamo nemmeno così stupidi da non capire che meriteremmo, non solo ascolto, ma innanzitutto rispetto. Un rispetto che va oltre una serie di scuse formali, di circostanza, di falso imbarazzo, un rispetto che sarebbe adeguatamente rappresentato dalla capacità di capire quando è proprio il caso di farsi da parte”.