Il candidato che non sarebbe stato convocato per il colloquio finale, presupposto sul quale non il candidato interessato, ma il consigliere Cardiello, aveva inviato la segnalazione al Dipartimento, risultava già escluso in precedenza, come testimonia la risposta ufficiale del sindaco di Eboli, Massimo Cariello, inviata tempestivamente al Dipartimento.«Sono stati rispettati tutti i termini e le modalità richieste dal bando regionale, con particolare attenzione alla pubblicità delle comunicazioni come si evince dall’allegata relazione redatta dai responsabili del servizio “Informagiovani” – scrive Cariello nella risposta -.
L’intera querelle è frutto di superficialità o malafede, poiché l’aspirante segnalato era stato escluso già nella fase di verifica preliminare dei requisiti dichiarati, in quanto la sua istanza era carente del previsto documento di riconoscimento». Le dichiarazioni del sindaco di Eboli, naturalmente, sono corroborate da atti e documenti. «Proprio perché si tratta di una questione costruita sul nulla, sorprende, constatare che il progetto sia stato sospeso sulla base di motivazioni destituite da ogni fondamento e non supportate da alcun atto – prosegue la lettera del sindaco -.
Si chiede dunque di riesaminare in tempi rapidi la decisione, al fine di consentire l’avvio del progetto alla data indicata in decreto». Poi il sindaco di Eboli rassicura i giovani interessati al servizio civile. «So che i ragazzi sono preoccupati per l’azione di destabilizzazione portata avanti dal consigliere Cardiello contro di loro, ma voglio rassicurarli, perché le procedure sono state interamente rispettate e gli atti sono trasparenti.
Non è la prima volta che il consigliere Cardiello mette in atto azioni che puntualmente finiscono in una bolla di sapone, ma nel frattempo rallentano l’azione degli uffici e le aspirazioni di giovani e famiglie ebolitane. Combatteremo sempre più chi vuole gettare fango su Eboli e sui suoi cittadini, anche valutando la possibilità di azioni giudiziarie contro chi diffonde notizie fase».
Molto duro anche il commento di Carmine Busillo, consigliere delegato alle politiche giovanili: «La realtà, come sempre più spesso accade, viene mistificata e si confondono volutamente fischi e fiaschi con un modus operandi politicamente teso a creare terrore anche negli atti più semplici e lineari.
Il risalto mediatico dato ad una vicenda meramente formale e che si risolverà in una bolla d’aria, scaturisce dalla voluta confusione per la quale un provvedimento, chiaramente prudenziale, di sospensione cautelare dell’avvio del progetto dettato dalla richiesta di chiarimenti in ordine ad una presunta carenza di pubblicità degli atti diviene un provvedimento dettato dalla presenza di parenti di politici e quant’altro: nulla di più falso. La lettera ricevuta dal Dipartimento, infatti, pur richiamando alcuni articoli di stampa e ribadendo la discrezionalità dei selettori, chiede solo notizie inerenti la pubblicazione degli avvisi di convocazione per le selezioni».