E’ vero che il nuovo allenatore della Salernitana sta facendo di necessità virtù, lavorando con una rosa che non è stata allestita per quelle che sono le sue convinzioni e con calciatori rispondenti al suo disegno tattico, ma è anche vero che ci sono aspetti sui quali non si può sorvolare. A partire dal fatto che la Salernitana sta continuando ad incassare reti sui calci piazzati, che continua a commettere ingenuità colossali nell’interpretazione della fase difensiva, che sta tornando d’attualità il problema dei troppi cartellini rossi (già emerso nello scorso campionato). Insomma, invece di progredire, la Salernitana sembra stia facendo i conti con una pericolosa fase involutiva, che nemmeno i ritiri (più o meno “punitivi) né gli abbracci ed il caloroso sostegno dei suoi tifosi sono riusciti a scongiurare.
Come se non bastasse, Bollini, che sembrava potesse rilanciare i giocatori ignorati dalla precedente gestione tecnica, trasformandoli in risorse e non in pesi, zavorre o problemi, anche ad Avellino ha lasciato fuori dall’undici titolare i vari Laverone, Zito, Caccavallo che, vedendo quello che stanno combinando gli attuali titolari, avrebbero potuto dare una mano. Senza considerare che il ritorno al 4-3-3 (che sta esaltando le capacità offensive di Rosina), proposto l’anno scorso da Torrente fino al tardivo esonero di febbraio, ha fatto invece tornare d’attualità anche un altro problema, quello della difficile convivenza tra Coda e Donnarumma che, nel finale dello scorso torneo, in coppia, vicini alla porta, con le loro reti trascinarono la Salernitana alla difficoltosa salvezza tramite i play out. La partita col Perugia segnerà la fine di un 2016 tribolato, per vivere un 2017 più sereno bisognerà compiere delle scelte funzionali ad un’idea precisa, anche se dovessero essere dolorose.