Le eccezionali misure di sicurezza attivate dal governo allo scopo di proteggere la città non sono bastate ad intercettare l’azione criminale del terrorismo islamico.
Un maledetto filo rosso unisce Parigi, Bruxelles, Nizza, Berlino e, oggi, Istanbul; una unica strategia del terrore che con cinismo continua a seminare morte, nel tentativo di condizionare e destabilizzare il normale incedere delle nostre vite. 39 persone son rimaste uccise di cui 24 straniere; 69 quelle ferite per mano dell’ennesimo fanatico irrotto nel locale sotto le mentite ed innocue spoglie di Babbo Natale.
Bisogna fare di tutto affinché non prevalga la paura ed attivare ogni azione utile a prevenire. E’ necessario elevare ulteriormente i nostri standard di sicurezza; serrare i controlli e coordinare strutturalmente più e meglio lo scambio di informazioni fra le diverse polizie e le varie intelligence, di quelle europee in particolare, cosa che, ad onor del vero, è stata più volte sollecitata, purtroppo senza successo, proprio dal nostro Paese.
Al di là del merito, oggi suonano, quanto mai stridenti le iniziative che pochi giorni fa Washington ha intrapreso nei confronti di Mosca, ma forse di fatto indirizzate all’ormai presidente in carica, Donald Trump. Pur fra qualche abissale distinguo, c’è bisogno che le due superpotenze facciano fronte comune onde impedire e contrastare i rischi messi in campo da chi odia, non gli uni o gli altri, ma le culture “diverse” e la umanità stessa.
Se in Italia siamo ancora sostanzialmente indenni, oltre ad una innegabile dose di fortuna, lo dobbiamo ad una abile azione delle agenzie per la sicurezza e ad un eccellente controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, come dimostrato anche dalla recente neutralizzazione a Milano del pericoloso criminale-terrorista, autore della strage dei mercatini di Berlino.
Sarebbe, dunque, opportuno implementare – anziché assottigliare come una qualunque voce di bilancio – gli investimenti in termini di risorse e mezzi per l’intero comparto della sicurezza, segnatamente di quella interna. Credo che all’impegno, spesso silente, delle nostre Forze di Polizia dovremmo saper tutti guardare con maggiore riguardo e magari con un pizzico di gratitudine in più.
editoriale a cura di Tony Ardito