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Salernitana, il monte ingaggi elevato non rispecchia la classifica

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Quando Lotito dice che la Salernitana ha il quarto monte ingaggi più alto della Serie B non è necessariamente un fatto di cui andare fieri. Il patron sventola a più riprese le buste paga complessive dei suoi atleti che collocano la Salernitana in cima alla lista dei club che pagano di più. Nel calcio, però, non sempre tanto spendi tanto appendi che tradotto significa più paghi più vinci.

Questione non di oggi. I presidenti del passato amavano parlare di conti e bilanci quando si trovavano alle strette sul piano dei risultati. Un modus operandi che, a dire il vero, non è mai appartenuto a Lotito che ha fatto degli ingaggi contenuti e delle buste paga leggere un suo cavallo di battaglia in casa Lazio al punto da risanare i conti.

A Salerno, invece, perchè Lotito fa il contrario? Intervenuto ieri a Goal su Goal, Lotito ha detto che la Salernitana come monte ingaggi viene subito dopo le tre retrocesse dalla Serie A. A questo punto è lecito chiedersi perché la Salernitana si ritrova in basso in classifica e non in posizioni più consone alla qualità dell’organico ed al curriculum dei calciatori ben pagati da Lotito e Mezzaroma? La risposta è in una sola parola: programmazione.

Dal 2011 ad oggi Lotito e Mezzaroma hanno sempre vissuto alla giornata ragionando stagione dopo stagione senza mai mettere in atto un piano studiato e ragionato su ciò che bisognava fare e per tempo. Ci sono stati periodi in cui i campionati si vincevano ad Aprile e Maggio e le squadre si allestivano all’ultimo momento. Stagioni in cui a gennaio le squadre costruite in estate venivano stravolte dal mercato invernale. In 5 anni nessun giovane di valore è stato pescato dalle giovanili granata in prima squadra. E’ sempre la Lazio che fa da battistrada con il suo grande ed ottimo vivaio. Ma perché la Salernitana non ha un proprio vivaio? Capitolo ingaggi.

Se i costi sono alti è anche perché il budget a disposizione per costruire le squadre non è mai adeguato ad inizio stagione. Bisognerebbe rivedere tutta la politica sportiva di allestimento. La scelta di un allenatore valido, il giusto mix tra giocatori esperti e giovani di prospettive ed aprire finalmente un ciclo che dia maggiori certezze sul futuro del club.

La politica del paghiamo ed anche tanto, poi si vede, non porta a risultati sportivi concreti. Un esempio? A Benevento hanno dimostrato programmazione e lungimiranza ed hanno un monte ingaggi tra i più bassi della Serie B. Stessa cosa a Ferrara, con la Spal, il Cittadella e la Virtus Entella. Per non parlare del Brescia. Sono questi i modelli da seguire, sono queste le certezze da cui ripartire.

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