Le Fiamme Gialle hanno sequestrato numerosissime carte relative al progetto originario ai documenti preparati per la stesura dei bandi di gestione, fino alla revoca dell’appalto alla ditta.
Gli inquirenti si sono messi in moto anche dopo la relazione dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) in cui si mettevano in luce diverse criticità relativamente all’impianto, tali da ipotizzare danni erariali e reati ambientali e di cui si occupò, nelle scorse settimane, il quotidiano Le Cronache.
Nel documento si evidenziava che il rifiuto smaltito era da considerarsi indifferenziato e non Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani), questo comportava che “il Comune di Salerno sopporta elevati costi di gestione imputabili allo smaltimento dei cosiddetti sovvalli e percolati, ovvero dei residui di lavorazione; tali costi sono aggiuntivi rispetto a quelli di una gestione ordinaria e pertanto non andrebbero computati”. Si invitava in seguito ad un controllo in merito al lavoro svolto da Salerno Pulita, ad una verifica sui compensi dei componenti la commissione di collaudo.
La Regione Campania lo scorso 3 ottobre revocò l’Aia (autorizzazione di impatto ambientale) alla Daneco ed infine agli inizi di novembre intervenne direttamente il Comune che decise di revocare l’appalto a causa di una serie di inadempimenti rilevati in una serie di sopralluoghi fatti dagli stessi tecnici del Comune e che causavano delle gravi carenze all’interno dell’impianto.
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