Una politica attenta di gestione del bene, in uno ad una pianificazione strategica oculata e lungimirante, hanno reso Villa Rufolo un caso di studio. Non a caso l’allora e attuale Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, nel luglio 2014 ebbe a dichiarare che Fondazione Ravello, nella gestione di Villa Rufolo e più in generale della politica culturale di Ravello, rappresentava un’eccellenza da implementare in tutta Italia e segnatamente al Sud.
Toni entusiastici e trionfali? “Per non correre rischi ci rifugiamo nel freddo e oggettivo rigore dei numeri” – spiega il direttore della VillaSecondo Amalfitano – nell’anno di presa in carico del complesso monumentale da parte della Fondazione Ravello, i visitatori paganti erano 135.788 per un incasso di € 607.476; nel 2016 tutto viene raddoppiato a biglietto d’ingresso immutato: 272.138 paganti per un incasso di € 1.225.020”.
Se ai 272.138 paganti aggiungiamo i visitatori non paganti (Ravellesi, ospiti, partecipanti ad eventi organizzati in Villa Rufolo da soggetti vari), il numero complessivo dei visitatori sale a circa 340.000. In nove anni Villa Rufolo si attesta fra i monumenti più visitati d’Italia, con una customer satisfaction fra le più alte in Italia, attestate dai maggiori rilevatori internazionali. Nonostante i numerosi interventi eseguiti di ristrutturazione e recupero per circa 7 milioni di euro, la Villa non ha mai chiuso ai visitatori. Fra i pochi monumenti aperti 365 giorni all’anno, Villa Rufolo ha colto anche le opportunità dei numerosi lavori, per far diventare i vari cantieri momenti di visita e di formazione per i turisti. “Il rigore dei numeri, in un periodo sufficientemente ampio, ci porta ad essere soddisfatti per il lavoro svolto ma soprattutto ci offre utili spunti di programmazione e di riferimento per la progettualità da mettere in campo. – conclude il direttore Amalfitano – L’introduzione a breve di un moderno sistema informatizzato di bigliettazione, ci consentirà un monitoraggio ancora più puntuale, che ci accompagnerà nei prossimi anni verso il raggiungimento di un assetto stabile e definitivo del monumento che, senza tema di smentita, è diventato un caso di studio, e vero e proprio modello nello straordinario e complesso mondo dei beni culturali italiani”.
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