A darne notizia il quotidiano Le Cronache in un articolo a firma di Michele Capone.
Il fiore all’occhiello della sua attività di mercato, in quella stagione, fu l’acquisto di Lucio Mujesan, l’attaccante che è diventato in seguito, uno dei calciatori granata più amati dalla tifoseria. In quella stagione, Quaglia portò a Salerno, nella sessione invernale, anche Di Prospero e Caremi. Durò poco l’avventura salernitana di Quaglia, rilevato in seguito da Cominato nel febbraio del 1977, dopo l’ennesimo ribaltone societario.
La seconda esperienza granata avvenne anche questa volta in corsa, sostituendo Ferruccio Recchia. E’ la stagione 79/80 quella della messa in mora dei calciatori e della sconfitta nella finale di Coppa Italia sempipro. Una stagione condizionata dalla grave crisi societaria e terminata con la cocente delusione della finale persa a Padova.
Tre i presidenti che si alternarono: Antonio Ventura, Federico De Piano, ed Enzo Grieco. Quaglia si rifece l’anno successivo vincendo il campionato con l’ Alessandria, la squadra della sua città, portandola in C1. L’ ultima avventura in granata nel 1981, chiamato dal presidente Troisi, contribuendo a costruire una squadra che con Mattè in panchina, sfiorò la promozione in serie B.
In questa stagione il portiere granata Roberto Marconcini mantiene la porta inviolata per 829 minuti, record tuttora imbattuto per i campani. Quaglia ha rappresentato nel panorama calcistico, il passaggio dal dirigente sportivo al servizio di un mecenate, al direttore sportivo consulente, un passaggio che ha preceduto la nascita del direttore sportivo manager. Quaglia oltre che a Salerno, ha lavorato anche ad Alessandria ed a Taranto.