Sono passati 17 anni ormai ed ancora non è arrivato l’ok dal Ministero delle Finanze. Il punto politico è questo. Fare un conto preciso di quanto denaro pubblico sia stato investito in tutti questi anni è impresa ardua. Lo scalo di Pontecagnano è stato una sorta di “pozzo di San Patrizio”, un pozzo di soldi per tenere in vita anche un carrozzone politico trasversale (da destra a sinistra tutti hanno contribuito e beneficiato) in attesa che arrivasse il tanto atteso sì dal Ministero delle Finanze. I cittadini Campani hanno però diritto a quell’aeroporto, non soltanto per quanti soldi delle proprie tasse ci hanno messo, ma perché esso rappresenta un trampolino di lancio per la più importante industria regionale, il turismo». A dirlo il parlamentare salernitano del M5S Girolamo Pisano.
“Ha fatto bene la Corte dei Conti ad aver aperto un fascicolo sulla delibera del 28 giugno scorso della Regione Campania nella quale Vincenzo De Luca dava il via libera a un aumento di capitale investendo 2,4 milioni di euro per risanare le perdite. L’indagine andrebbe estesa anche sui 17 anni precedenti – prosegue Pisano – .
Ed ha fatto bene, era ora, la Società di gestione dello scalo a presentare ricorso al Tar con messa in mora del MEF, con tanto di richiesta di commissario ad acta per il rilascio della concessione definitiva.
Questo assurdo rallentamento burocratico sembra essere diventata un’incomprensibile prassi al Ministero delle Finanze. Lo testimoniano le vicende relative anche agli aeroporti di Parma ed Albenga: in entrambi i casi è stato concesso l’affidamento della gestione totale ventennale dello scalo alle società solo dopo estenuanti battaglie giudiziarie, causate dalle solite pretestuose obiezioni del Ministero dell’Economia sui piani economici di gestione delle strutture.
Nel caso di Albenga è dovuto intervenire, appunto, il Commissario ad acta per sbrogliare la matassa causata dal MEF per presunta insussistenza dei requisiti di natura economica, finanziaria e patrimoniale necessari al rilascio della concessione (Nota 31835 del 28 dicembre 2012). Commissario nominato dal Tar Liguria nella sentenza 775/2014 resasi necessaria perché nessuna determinazione o iniziativa era pervenuta dal Ministero dell’Economia, anche dopo le disposizioni stabilite dal Tar Liguria nella precedente sentenza 1465/2013. Al seguito dell’attività del Commissario ad Acta Paolo D’Attilio (Prefetto pro tempore di Genova), con potere di operare anche in caso di ulteriori inadempimenti da parte del Ministero dell’Economia, si è arrivati il 17 ottobre 2014 alla decretazione da parte del Ministero dei Trasporti dell’affidamento della gestione totale dello scalo alla società A.V.A.
Lo stesso dovrebbe accadere adesso anche con il ricorso presentato dalla società “Salerno-Costa d’Amalfi”.
I casi di Parma e Albenga, oltre quello di Salerno, dimostrano come il Mef abbia non solo rallentato, ma addirittura fatto da tappo, al lungo e complesso iter per la concessione della gestione degli scali. Rallentamento che ha procurato danni patrimoniale ad Enti pubblici come Regioni, Comuni e Province direttamente interessati allo sviluppo di importanti infrastrutture.
Appare, pertanto, ancor più incomprensibile ed immotivato il costante differimento della positiva conclusione dell’iter amministrativo ventennale, relativo all’Aeroporto salernitano, il cui mancato perfezionamento dipende unicamente da una non corretta gestione del potere pubblico procedurale, in contrasto con il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. E’ noto a tutti che alla base di questo ritardo c’è il potere politico che per mere convenienze di partito e clientelari ha calpestato l’interesse pubblico.
In relazione agli aspetti finora evidenziati, è chiaro, infatti, come l’Aeroporto di Salerno subisca un gravissimo danno consequenziale dal mancato rilascio del Decreto di Gestione Totale.
Ed è chiaro che senza ulteriori investimenti pubblici la struttura sarebbe costretta a chiudere con buona pace del Mef. Se ciò accadesse sarebbe un disastro, si getterebbe il bambino (Il Costa d’Amalfi) e l’acqua sporca (i milioni di euro “investiti” in questi 17 anni). Lo scalo di Pontecagnano deve svilupparsi, non chiudere i battenti.
Queste cose De Luca le conosce bene visto che il suo vice in Regione, Fulvio Bonavitacola, quando era solo parlamentare, aveva presentato diverse interrogazioni a riguardo. Eppure non risultano “sparate” o battute alla Crozza del Governatore contro la palude burocratica del ministero.
De Luca, gran fustigatore degli sprechi del Costa D’Amalfi quando era sindaco di Salerno e il Mef aveva l’appoggio politico dell’allora Governatore Caldoro, oggi invece si adegua ad alimenta il pozzo di San Patrizio clientelare e trasversale dello scalo di Pontecagnano: spicca la recente nomina di Anna Ferrazzano, ex candidata del centro destra contro De Luca alle comunali del 2011, alla presidenza dell’inutile Consorzio, assoluto carrozzone polito.
Nel frattempo i cittadini continuano ad aspettare che lo scalo di Pontecagnano si trasformi in un vero aeroporto, con una vera pista d’atterraggio ed una gestione affidata a privati del settore e non a politici “ad fritturam”. Spero per i cittadini Campani, che almeno questa volta l’amministrazione Regionale abbia operato in piena regolarità e che la Corte dei Conti non debba accertare l’ennesimo babbà deluchiano».