I due amici stavano giocando una partita a briscola. Qualcosa andò storto e i due vennero alle mani con un gruppo di presenti che faticò non poco a dividerli. In quella occasione Ruggiero sferrò un pugno sul volto di Serino che ripresosi tornò a casa in sella alla sua bicicletta. Dopo qualche minuto fu colto da un malore, all’altezza del Comune, finendo a terra. Fu trasferito al Villa Malta di Sarno, dove morì per un arresto cardiaco.
In primo grado, Ruggiero, difeso dall’avvocato Vincenzo Calabrese, era stato assolto in virtù di una perizia disposta dallo stesso Tribunale, che non ravvisò il nesso «tra il pugno sferrato e il decesso» di Serino. Una consulenza ritenuta necessaria, in virtù dello status di cardiopatico della vittima.
La difesa, infatti, aveva più volte sostenuto che quel pugno fosse stata la causa decisiva per il decesso del coetaneo dell’imputato. Nel primo pomeriggio, è arrivata la seconda assoluzione anche in secondo grado.
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