Ai lavori che saranno introdotti dal segretario generale della Fai Cisl Campania, Raffaele Tangredi, parteciperanno il segretario nazionale della Fai -Cisl Luigi Sbarra e Piero Ragazzini, segretario confederale Cisl e Commissario Regionale della Cisl Campania.
Interverranno Sonia Palmeri, assessore Demanio e Patrimonio Lavoro e Risorse Umane Regione Campania, Francesco Alfieri, consigliere del Presidente delegato all’Agricoltura e alla Pesca Regione Campania,Alberto Scuderi, direttore INPS Regionale Campania, Rosario Rago,Presidente Confagricoltura Campania, Salvatore Loffreda, direttore regionale Coldiretti Campania.
La piaga del caporalato in Italia e in Campania incide negativamente sullo sviluppo della nostra regione. Sono circa 400 mila i lavoratori Italiani e immigrati che trovano lavoro tramite i caporali e di questi, uno su quattro vive in condizioni paraschiavistiche. Alla Campania, Puglia e Calabria spetta il primato della classifica, ma il fenomeno è presente anche nelle regioni del Nord e del Centro Italia.
In Campania, soprattutto in alcune aree dove c’è maggiore richiesta di lavoro stagionale agricolo, legato alle fase di raccolta dei prodotti (in particolare l’agro Aversano, il litorale Domitio e la piana del Sele), il 60 % delle lavoratrici e dei lavoratori è costretto a lavorare senza alcuna tutela e senza i minimi servizi: 15 ore al giorno per una misera paga. Una realtà dove si intrecciano illegalità, malaffare, connivenza con la malavita organizzata e i cui affari sono valutati in miliardi di euro con danni enormi al fisco e all’Inps.
Ecco perché la Fai ha accolto positivamente la nuova legge contro il caporalato. Un vero traguardo di civiltà, frutto anche della mobilitazione del sindacato di categoria e confederale che da oltre un anno incalzano le istituzioni in tal senso.
Ma la sola repressione non basta: occorre alimentare una cultura diversa di presidio partecipato. Per il sindacato è necessario un lavoro sinergico tra governo regionale, associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali e quelle no profit, per operare nei territori ove il fenomeno è più sentito, per formare e informare i lavoratori immigrati, locali e tutti gli attori coinvolti sul rispetto delle leggi, dei contratti e della dignità della persona. Va valorizzata la rete del lavoro agricolo di qualità, vanno individuate misure premianti per le aziende che rispettano le leggi e i contratti.
Il sindacato, come parte sociale, deve lavorare sui territori, valorizzare il ruolo della Bilateralità, della Contrattazione nazionale e provinciale, sostenere il lavoro e le imprese di qualità, incidendo sul campo che gli è proprio, quello del mercato del lavoro (incontro tra domanda e offerta, trasporto, alloggi decorosi, formazione, corsi di lingua italiana) ed offrire tutti quei servizi di cui oggi un’ azienda ha bisogno per essere in regola. Il tutto per rinsaldare specialmente in Campania e nel sud quella rete di sussidiarietà per una società qualificata organizzata, capace di entrare nei processi di integrazione e sviluppo dei nostri territori.
Commenta