La storia di Bettino Craxi è alla portata di tutti, ma i giovani come me possono soltanto leggerne e provare a capirne esiti e omissioni, non avendone vissuto direttamente le dinamiche. Se è vero che luci ed ombre hanno accompagnato – e accompagnano tuttora – il fine vita ed il ricordo di Craxi, è anche vero che non possiamo del tutto stigmatizzarne la figura: considerato l’ultimo grande statista della nostra storia politica, con la sua guida l’Italia divenne la quinta potenza mondiale, lottando strenuamente per la difesa dell’autonomia della politica in un momento storico che si è poi rivelato come un autentico fallimento della “res publica”, che ancora si riversa sul nostro presente e ancor peggio farà sul nostro futuro, se non decidiamo finalmente di agire per il bene comune e reagire alla forte ondata di antipolitica che vuole sommergerci.
Proprio ieri un Ministro della Repubblica ha deciso di omaggiare la figura di Craxi deponendo rose sulla sua tomba ad Hammamet, giusto riconoscimento che può e deve aprire le porte ad un nuovo dibattito politico e storico.
Senz’altro va rivolto un plauso al Ministro Alfano per il gesto compiuto; ora è opportuno avviare un percorso che consenta alla figura di Craxi di essere adeguatamente commemorata, a partire dalla città di Salerno, che, durante il “periodo Craxi”, fu la città più socialista d’Italia.
A tal fine i giovani socialisti nei prossimi giorni avvieranno il percorso di formalizzazione della richiesta di intitolazione di una strada della città a Craxi, che, ci auguriamo possa essere raccolta dal gruppo consiliare del PSI ed incontrare una favorevole disponibilità dell’Amministrazione.