15 ore di lavoro al giorno per una paga misera. Sono circa 400mila gli italiani e gli immigrati che trovano lavoro tramite i caporali. Di questi uno su quattro vive in condizioni simili alla schiavitù. La denuncia arriva dalla Fai Cisl che stamane ha organizzato un convegno a Salerno su legalità e contratti per riscattare il lavoro agricolo e rilanciare lo sviluppo. “Insieme contro il caporalato” è il messaggio che lancia la federazione agroalimentare cislina insieme agli agricoltori e alla politica. All’incontro di oggi hanno partecipato tra gli altri Sonia Palmeri, assessore al lavoro della Regione Campania, Francesco Alfieri, consigliere del presidente delegato all’agricoltura della Regione Campania, e Vittorio Sangiorgio, presidente di Coldiretti Salerno.
La piaga del caporalato, oltre a portare a condizioni di lavoro inaccettabili, incide negativamente anche sullo sviluppo, soprattutto in alcune regioni dove c’è maggiore richiesta di lavoro stagionale agricolo. Come in Campania e, ancora più nello specifico, nella piana del Sele. Realtà dove si intrecciano illegalità e malaffare per un giro economico di miliardi di euro in Italia che crea danni enormi anche al fisco. La Cisl ha accolto positivamente la nuova legge contro il caporalato ed auspica una sinergia maggiore tra mondo politico, datori di lavoro ed organizzazioni sindacali anche per valorizzare la rete del lavoro agricolo di qualità e le imprese che operano nel rispetto della legalità.