I soccorritori, al lavoro ininterrottamente, li hanno individuati nelle zone delle cucine sotto un solaio e stanno procedendo alla loro estrazione, operazione molto difficoltosa.
Insieme a loro due anche Vincenzo Forti, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone: i nomi sono stati annunciati dopo la comunicazione ai familiari da una funzionaria della protezione Civile su indicazione del Prefetto Francesco Provolo di Pescara all’esterno dell’ospedale.
Stefano era a Farindola per festeggiare il suo 28esimo compleanno (è nato il 17 gennaio). Abita a Silvi Marina, sempre in Abruzzo, ma in provincia di Teramo, dove la famiglia dal salernitano si era trasferita per motivi di lavoro alcuni anni fa. Il giovane aveva deciso di festeggiare in quel resort con la sua fidanzata. Un luogo riservato, intimo, lontano dal frastuono e dalla confusione, in un suggestivo angolo del versante pescarese del Gran Sasso. Un piccolo sogno per una coppia di giovani fidanzati amanti della montagna. Mercoledì sarebbe dovuto ripartire. Aveva prenotato per una sola notte, quello del suo compleanno. Doveva essere una toccata e fuga, invece il destino ha deciso per lui.
La notizia, inizialmente diffusa con dei commenti di gioia sulla pagina facebook del ragazzo, è stata accolta con grande entusiasmo a Valva, comune di 1.800 abitanti dove vivono alcuni zii ed amici di famiglia di Stefano. Lacrime di commozione per una comunità che ha sempre tenuto accesa la speranza, sperando nel miracolo.
«Guerriero, ti aspettiamo», «Stefano, sei una roccia», «Finalmente la luce», «Sapevo che ce l’avresti fatta, ora riprenditi la tua amata Francesca», «Allora i miracoli esistono, vogliamo vedere i vostri bellissimi sorrisi»: sono solo alcuni delle decine di post che vengono pubblicati sul social network pochi minuti dopo la diffusione della tanto attesa notizia.
Un’esplosione di messaggi liberatori che in pochi minuti si moltiplicano. La speranza non è mai mancata, né alla famiglia, né agli amici né alla comunità di Valva, dove Stefano è nato e dove è rimasto fino a 13 anni, prima di trasferirsi in Abruzzo. La vita vince così sulla morte, sul freddo e sulla devastazione. Ora si spera, non senza qualche lacrima di liberazione, che Stefano Feniello possa tornare a casa quanto prima. «Stefano è un ragazzo tenace, ce la farà… ne sono sicuro», aveva commentato il sindaco Vito Falcone nel corso della giornata scandita dall’emozione e dall’attesa.
Quella di ieri, nel piccolo paesino dell’area del Cratere, è stata una giornata intensissima. Attesa nella speranza che tra quegli otto nomi dei superstiti vi fosse quello di Stefano. Una giornata in cui, in serata, proprio la speranza e la fiducia si sono riaccese. Per tutti, familiari e non. .