Nel disegno, viene raffigurata la morte personificata che scia su una grande distesa bianca e dice: “La neve è arrivata ma non per tutti”, mentre sullo sfondo una valanga travolge alberi e case. Un chiaro richiamo alla tragedia dell’hotel Rigopiano per la quale, ancora in queste ore, si sta compiendo ogni possibile sforzo al fine di salvare vite umane.
La cosa ha suscitato corale sdegno. Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, ha prontamente annunciato querela; molto apprezzato lo showman, Rosario Fiorello, il quale per commentare la vicenda ha scelto un autentico “francesismo”; altrettanto è stato per la risposta del fumettista nostrano Ghisberto che ha realizzato una contro-vignetta satirica, copiosamente ribalzata sul web, polverizzando la illustrazione del periodico, con la stessa immagine della morte sugli sci, superata e beffata però da un uomo del Soccorso Alpino Italiano.
Nel gennaio 2015, l’Europa intera e gran parte del mondo in una mobilitazione straordinaria, al motto di “Je suis Charlie”, si strinsero al fianco della testata francese dopo che, con una vile azione di stampo terroristico, alcuni criminali dell’Isis ne sterminano numerosi esponenti.
In queste ore, dunque, nel vano tentativo, di dare una qualche interpretazione alla deprecabile iniziativa del settimanale parigino, mi sono interrogato ed ho letto e riletto il significato della parola satira, così descritto: “Qualunque scritto, discorso, disegno, rappresentazione, spettacolo che intende mettere in ridicolo comportamenti o concezioni altrui”. Al di là di ogni valutazione di merito, penso che la funzione di chi opera nel variegato e complicato mondo della informazione non debba mai, mai derogare ad un minimo di buonsenso e talvolta anche di rispettoso buongusto.
Sono convinto che tra le poche frasi che sarebbe piaciuto ascoltare o leggere, proprio dai redattori di “Charlie Hebdo”, c’era senz’altro “Io sono un soccorritore italiano”, ma queste son cose che attengono al cuore prima ancora che alla ragione.
Editoriale a cura di Tony Ardito