Capo famiglia responsabile, rimasto vedovo della moglie, ha cercato di conciliare il lavoro con le esigenze dei figli, cercando di provvedere a tutto e di sostituirsi anche agli eventi, pur di non far mancare nessuna cosa alla sua famiglia che avverte già la mancanza di un elemento importante come la madre. Il suo carattere viene lentamente messo a nudo, nel corso del lavoro. Non si può definire retrò ma neanche futurista, un anticonformista con un sano desiderio di preservare quantomeno alcune regole? Forse sì, forse no… Un uomo possessivo nei confronti di tutto quanto lo circonda, in casa, nel lavoro, persino nel divertimento e negli hobbies. Teme la solitudine e con essa il silenzio che mentre lo sconvolge, d’improvviso lo affascina.
Un uomo che cerca di stare sempre nel mezzo delle cose, può per questo essere considerato un uomo medio? Certamente no, perché se no confonderemo la centralità con la mediocrità. La rappresentazione si propone, tra una serie di piccoli eventi, puntualizzazioni, momenti fortemente comici, momenti di riflessione ed anche fortemente emozionanti. Lo spettatore si può accomodare, per ricevere le emozioni che normalmente, dovrebbe sempre ricevere chi sceglie di passare una serata a teatro.
Folto e di qualità il cast che vede coinvolti ANGELO DI GENNARO, CLAUDIO TORTORA, RENATA TAFURI, Giovanni Caputo. Federica Buonomo, Mauro Collina Gianni D’Amato, Massimiliano Palumbo, Serena Stella, Valentina Tortora, e Enzo Triggiano, regia Antonello Ronga, scenografia Bottega San Lazzaro, costumi Martina Iacovazzo, musiche Marcello Ferrante, light designer Michele Vittoriano.
L’autore Claudio Tortora. “Ho pensato da subito a mettere in scena “Un Uomo Medio”, perchè racconta il quotidiano che viviamo. La scrittura si ispira certamente a un metodo tradizionale di racconto, ma il contrasto piacevole nasce dalla impostazione registica moderna, dettata dal giovane e talentuoso Antonello Ronga che sta tanto facendo parlare di se supportato da un disegno luci curato nei particolari dall’ormai ricercato Light Designer Michele Vittoriano. Il tutto è stato incorniciato da Peppe Natella in una scenografia essenziale post moderna, con musiche attualissime create ed arrangiate in modo originale da Marcello Ferrante, sui respiri del testo che è a volte favolistico, a volte realista, a volte sorridente, a volte malinconico ma discreto.
Un testo che rispetta valori e sentimenti umani, purtroppo ormai ritenuti desueti, ma che ha voglia di ridestare le coscienze, per far si che vengano recuperati almeno alcuni valori”.
Il cooprotagonista Angelo di Gennaro. “Una favola di oggi, la definisco, che mi auguro, tra un sorriso, una riflessione e qualche momento toccante, possa smuovere le corde emotive del pubblico. Spero che tutto questo accada, in tal caso avremo rispettato i dettami basilari del teatro dove a mio parere siede in prima fila proprio l’emozione. Scritta da Claudio Tortora in modo molto raffinato e dove ritrovo nel mio ruolo il personaggio del napoletano che amo tanto, capace di darsi ,di offrire il suo amore , quasi nascondendosi, insomma il napoletano come sempre generoso nel donare senza nulla a pretendere Averlo fatto con un cast ed una produzione composta da bravi attori e da talentuosi giovani mi dà ancora più entusiasmo. Ho appena compiuto la maggiore età, festeggiando il mio sessantesimo compleanno e sono pronto per questa avventura con i miei colleghi ma soprattutto amici di Salerno del Teatro delle Arti”.
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