Lo sguardo sulle atrocità del nazismo e dei campi di sterminio si focalizza su donne e omosessuali, i più vessati e condannati dai Nazisti, paladini di una morale funesta che voleva eliminare il “vizio”, nel nome della pura razza. Una volta preso il potere, i Nazisti intensificarono la persecuzione degli uomini omosessuali tedeschi. Fino all’internamento nei campi di concentramento dove venivano marchiati con un triangolo rosa cucito sulla divisa a righe: simbolo della debolezza di cui erano accusati e che è costata umiliazioni e torture, sperimentazioni pseudoscientifiche e, a circa 7mila di loro, la morte, incidendo del 60% sulla tragedia globale.
La scena si divide tra due campi; nel primo, femminile, c’è una donna che nasconde la propria gravidanza fasciando il ventre sempre di più. A tradirla non sarà la sua pancia ma un’altra deportata. E poi c’è l’altro campo, in cui si spezza il legame tra Thomas e Frank e toccherà a quest’ultimo assistere alla morte del primo che racconterà alla sua platea. Cosa tiene unita la mappa del dolore? I bambini, gli unici capaci ancora di sperare perché credono sia tutto solo un gioco di cui cambiano le regole.
Un viaggio tra i luoghi della sofferenza che però non è il sentimento su cui il regista ha lavorato, come spiega: «Non ho voluto lavorare sul dolore ma sulla poesia, attraverso parole potenti ma semplici e prive di retorica. Sarebbe da ipocriti piangere solo il 27 per poi applicare, all’indomani, gli stessi parametri nazisti ad altre categorie, gli immigrati ad esempio. Cambiano le situazioni, restano le motivazioni.» Il ruolo di alleggerire i toni spetta al gerarca con attitudini da showman, surreale personaggio che impartisce comandi a colpi di rime, e di stacchetti musicali.
Lo spettacolo sarà anche l’occasione per devolvere i proventi dello stesso alle zone terremotate. In scena, insieme a De Rosa, i suoi allievi del laboratorio permanente Scena Teatro: Massimiliano Costabile, Maria Mazziotti, Teresa Massaro, Fortuna Imparato, Antonio Iannone, Alessandra Pettinati, Roberta Cavallaro, Roberta Buonfrisco, Giusy Lamberti, Anna Laura Mauriello, Angela Avallone, Anna Renzi, Neve Di Luccio, Rosalba Ronca, Francesco Siani e Pasquale Petrosino.
I costumi sono di Liana Mazza, la direzione musicale e organizzativa di Pasquale Petrosino.