Ma ogni ora, ogni minuto che passa, non fa altro che ricacciare sempre piu’ giu’ quella speranza. L’ultimo bilancio è quello della Preferttura di Pescara: 14 morti e 15 dispersi. I vigili del fuoco nelle ultime ore hanno recuperato altri corpi, 3 di sesso maschile non ancora identificati e due donne.
Un muro di 80 centimetri
Il muro e’ quello che separa la cucina dal bar, un muro portante spesso 80 centimetri nel quale i vigili del fuoco stanno cercando di aprire un varco: dopo aver controllato tutta la zona dove prima della valanga c’era la hall, finito di ispezionare il centro benessere la ‘zona ricreativa’ dove – in due ambienti diversi – sono stati salvati prima Adriana Parete e suo figlio Gianfilippo e poi i tre piccoli Edoardo, Ludovica e Samuel, accertato che quella che erano le stanze prima delle cucine sono ridotte ad un cumulo di detriti, non restano che quei due locali: la cucina e, soprattutto, il bar. “Dobbiamo entrare li’ dentro, e’ l’unica zona del corpo centrale dell’hotel, quella dove presumibilmente era la maggior parte delle persone, dove ancora non siamo arrivati. Speriamo che sia integro” dice chi scende dalla montagna.
Certo, restano da ispezionare anche le camere, ma la maggior parte sono state travolte dalla violenza della valanga e dunque, se qualcuno era li’ dentro, trovarlo ancora in vita e’ impresa a cui non credono neanche questi uomini che lavorano senza sosta da cinque giorni. Le immagini d’altronde sono implacabili: il tetto ha schiacciato i piani uno sull’altro e dove c’erano le stanze e’ rimasto soltanto un cumulo di macerie e pezzi di pilastri sventrati.
Il bar, dunque. Se li’ dentro e’ rimasta una sacca d’ossigeno, la possibilita’ che ci sia qualcuno in vita teoricamente c’e’. E’ un filo sottilissimo, ma e’ ancora integro. Lo ripetono gli esperti e lo dicono i soccorritori, che per questo stanno facendo di tutto per accelerare le operazioni di ricerca nonostante continui a nevicare e la nebbia impedisca agli elicotteri di volare. Nell’area dell’hotel lavorano decine di uomini del soccorso alpino e della Guardia di Finanza, che continuano a scandagliare i metri di neve che ancora sovrastano il Rigopiano, mentre 70 vigili del fuoco, dei 150 che a rotazione operano in zona rossa, sono impegnati 24 ore al giorno nelle ricerche all’interno della struttura. Nel corso della giornata si e’ inoltre riusciti a liberare l’ultimo pezzo di strada fino all’hotel e dunque gia’ da stamattina si sta operando con i mezzi pesanti. “Dobbiamo rimuovere gli strati di neve sopra la struttura – ha spiegato il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico – ma si continua a lavorare in condizioni complicate e pericolose”.
Intanto, con le ricerche dei vivi ancora in corso, iniziano le cerimonie in ricordo dei morti. Una maglia dell’Inter sulla bara del maitre dell’hotel, Alessandro Giancaterino e i ragazzi della Croce Rossa per Gabriele D’Angelo: decine di persone hanno fatto un passaggio alla camera ardente allestita a Farindola e Penne per i due dipendenti dell’albergo. E oggi ci saranno i funerali. Chi e’ sopravvissuto, invece, torna a casa: dall’ospedale di Pescara sono stati dimessi sia la famiglia Parete – l’unica che, comunque vada, da quest’immensa tragedia e’ sopravvissuta davvero – e i due fidanzati di Giulianova Vincenzo Forti e Giorgia Galassi. Edoardo e Samuel, i due bimbi uniti dallo stesso infame destino, restano ancora li’. Ma non sono malati ne’ hanno ferite, almeno sul corpo. La loro permanenza nel reparto di pediatria, dicono i medici, “e’ dovuta solo a una continuita’ di protezione psicologica”.
L’angoscia dei parenti delle vittime
Per i parenti delle vittime e di chi ancora manca all’appello l’attesa è ormai insopportabile. “Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La responsabilità, dice, è “delle autorità”. Feniello ha fatto ascoltare ai cronisti l’ultimo messaggio ricevuto da Stefano. Un vocale su whatsapp. “Ci sentiamo dopo, che andiamo alla spa. E’ pieno di neve. Nevica, però questa Panda è uno spettacolo. Siamo saliti senza catene”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara.
“Con la luce del telefonino, finché la batteria ha retto, ho illuminato il braccio di Stefano. Vedevo solo il suo braccio. Si lamentava, lo chiamavo ma non rispondeva. Poi non l’ho sentito più neanche lamentarsi”, ha raccontato. Francesca sapeva che si trattava di Stefano, perché ha riconosciuto l’orologio che gli aveva regalato.
Inchiesta su hotel e viabilità accesso
“L’inchiesta è alle battute iniziali, non ci sono al momento scenari diversi da quelli che tutti possono immaginare”, ha detto il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, sottolineando che tra i filoni di indagine vi sono quelli “relativi a circostanze e decisioni sull’apertura e lo stato di esercizio dell’hotel e sulla viabilità di accesso a quell’esercizio”. Sulla tragedia del Rigopiano è stato aperto “un unico fascicolo” contro ignoti, che riguarda tutti gli aspetti della vicenda, compresa la costruzione dell’hotel. Le ipotesi per cui si procede sono quelle di disastro colposo e omicidio plurimo colposo, ha detto la magistrata, non escludendo un successivo “spacchettamento” dei vari filoni di indagine.
Hotel costruito sopra colate e accumuli di detriti
Da alcuni documenti, evidenziati dal Forum H2O Abruzzo, risulta che l’hotel Rigopiano è stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti compresi quelli da valanghe. Lo testimonia la mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo fin dal 1991, ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale.
Appello inascoltato e mail ignorata
Nuovi dettagli hanno indicato che la Provincia di Pescara già alle 7 di mercoledì – cioè 10 ore prima della valanga – sapeva che la situazione del Rigopiano era molto difficile; che un semplice spazzaneve non sarebbe potuto arrivare; e che per raggiungere la struttura sarebbe servita una turbina. Un’informazione arrivata da chi era sulle strade a pulire dalle 3 della notte. C’è poi una mail ad alimentare le polemiche, acquisita, appunto, dal pm. E’ stata inviata alla Prefettura di Pescara da Bruno Di Tommaso, il direttore dell’albergo, poco dopo le 14 di mercoledì. La situazione stava diventando “preoccupante” e si chiedeva di “predisporre un intervento”. “I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche- – scriveva Di Tommaso- e hanno deciso di restare all’aperto, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate”. I clienti avevano paura e chiedevano di scendere a valle. Solo che la turbina non c’era.
“Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante- recita la mail con la richiesta di aiuto-. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto.
Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.
Fonte Rainews.it