“Quando è arrivato il terremoto eravamo tutti spaventatissimi ci siamo radunati nella hall per aspettare lo spazzaneve. Loro ci hanno tranquillizzati e ci hanno detto di aspettare nella sala vicino al camino, che appena arrivava lo spazzaneve saremmo potuti andare via. Dopo un po’ è arrivata la comunicazione che non si sapeva a che ora sarebbe passato lo spazzaneve, quindi ci hanno detto di organizzarci per dormire lì perché era pericoloso tornare nelle stanze”.
“Ho capito che posso superare i miei limiti. Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato, come il vigile del fuoco Francesco di Firenze che ci ha guidato in questo percorso ci ha fatto stare tranquilli. Eravamo vicini eravamo io lui e Francesca. I bambini non erano con noi erano distanti, siamo stati contenti quando ci hanno detto che erano fuori, non sentivamo la loro voce. È stato tutto improvviso – ha proseguito Giorgia – nessuno se lo aspettava pensavo fosse terremoto. Eravamo tutti nel bar, nella sala del camino grande. Ci ho sempre creduto che qualcuno venisse a prenderci. Io sono dispiaciuta per le vittime, ho visto terrore nei loro occhi, poteva capitare anche a me o a Vincenzo (Forti, il suo compagno sopravvissuto, ndr). Ho conosciuto quelle persone. Io penso sempre a Francesca Bronzi, devo vederla appena possibile. Lei teneva molto a Stefano. Noi però la voce di Stefano, da dopo il crollo, purtroppo, non l’abbiamo mai più sentita”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano