I direttori generali criticano in particolare alcune frasi dei commissari sulla gestione della sanità campana: “dicono i commissari ‘La Campania è ospedalocentrica’ – si legge – siamo d’accordo ma cosa è cambiato dal 2009, quando iniziò il commissariamento della sanità campana da parte del governo? ‘Sono necessarie le case della salute’ dicono ancora i Commissari.
È una diagnosi che in otto anni abbiamo ascoltato dai diversi commissari, senza che poi seguisse una cura. Gli otto anni di commissariamento hanno generato solo una riduzione di 15.000 professionisti nel nostro sistema Sanitario Regionale, portandoci così facilmente ad una virtù finanziaria che ha causato un drastico calo della capacità di assistere i cittadini. Quello ottenuto è stato un puro lifting finanziario, realizzato a scapito della salute di milioni di campani. In questi anni, infatti, non si è mai intervenuti sui reali meccanismi di formazione della spesa”.
I direttori generali ricordano che “la programmazione della sanità dal 2009 si fa producendo un valzer di piani ospedalieri e territoriali. Tutti inapplicati perché inapplicabili e nessuno realmente realizzato confrontandosi quotidianamente con l’organizzazione della sanità regionale”. “Ci siamo ritrovati – spiegano ancora – con specialisti ambulatoriali chiamati a eseguire interventi di alta specialità, infermieri costretti a fare il lavoro degli inesistenti Operatori Socio Sanitari e un’età media dei professionisti tra le più alte d’Italia”.
Critiche anche sul piano ospedaliero 2016-2018 dei commisssari e sul piano territoriale 2016-2018: “in questo caso – si legge nella missiva – si parla di Case della Salute, Unità complesse di Cure Primarie, Continuità assistenziale pediatrica, senza che vi sia la valutazione di quali risorse economiche, professionali e strutturali siano necessarie”.
“I Commissari – spiegando ancora i dg – sostengono che la colpa di ciò sia nella mancata applicazione di taumaturgici decreti da parte della Regione e quindi dai Direttori Generali. Forse qualcuno dimentica che, nelle regioni “virtuose” i decreti non sono esercizi tipografici calati da segrete stanze senza consultare le direzioni generali sulle specificità dei territori.
Il piano territoriale, ad esempio, di recente pubblicazione, non ha visto la partecipazione di nessun direttore di azienda sanitaria locale”. I dg ricordano le riunioni periodiche con il presidente De Luca e sottolineano sui Lea che “i parametri in cui la Regione Campania risulta non performante sono tutti riferibili a prima del nostro insediamento: nelle organizzazioni complesse l’inerzia degli effetti di quello che si fa, o che non si fa, si scarica nel lungo periodo, e la relativa analisi pertanto non si presta a fotografie che non incorporano il fattore tempo. Non tenerne conto, è segno di inadeguatezza o di sterile strumentalizzazione o, peggio, di scarica barile”.
La lettera è firmata da Elia Abbondante, Direttore Generale ASL Napoli 1 Centro; Antonio d’Amore, Direttore Generale ASL Napoli 2 Nord; Antonietta Costantino, Direttore Generale ASL Napoli 3 Sud; Mario de Biasio, Direttore Generale ASL Caserta; Maria Morgante, Direttore Generale ASL Avellino; Antonio Giordano, Direttore Generale ASL Salerno; Franklin Picker, Direttore Generale ASL Benevento; Ciro Verdoliva, Direttore Generale AO Cardarelli; Giuseppe Longo, Direttore Generale AO Ospedali dei Colli; Anna Maria Minicucci, Direttore Generale AO Santobono Pausilipon; Attilio Bianchi, Direttore Generale Pascale; Angelo Percopo, Direttore Generale AO Giuseppe Moscati; Nicola Cantone, Direttore Generale AO Ruggi d’Aragona; Vincenzo Viggiani, Direttore Generale Policlinico Federico II; Maurizio di Mauro, Direttore Generale Policlinico Luigi Vanvitelli, Renato Pizzuti, Direttore Generale AO Rummo