In materia di “equità previdenziale”, ha ricordato Cavallaro, chiara la ricetta della CISAL: «reale e definitiva separazione tra previdenza ed assistenza affinché le prestazioni di natura assistenziale (ovvero non coperte da versamenti contributivi) siano a totale carico della solidarietà generale (fisco); ripristino, sia pure graduale, di un sistema di aggancio delle pensioni all’andamento delle retribuzioni dei lavoratori attivi; eliminazione di ogni disparità di trattamento fiscale sulle prestazioni dei Fondi complementari pubblici rispetto a quelle dei Fondi privati, con contestuale recupero del danno provocato ai lavoratori pubblici dal colpevole ritardo del legislatore (1996-2012) per il mancato esercizio della delega; studio, nell’ambito dell’auspicata riforma fiscale, di una diversa tassazione del redditi da pensione».
E parlando della “Non Riforma Fiscale”, Cavallaro ha puntato l’indice su «un Paese che sopporta da troppo tempo uno dei fenomeni più odiosi per una società democratica fondata sul lavoro: l’evasione fiscale e contributiva. Circa un terzo della ricchezza prodotta (circa 570 miliardi) annualmente sfugge, infatti, ad ogni tipo di imposta sottraendo all’erario, dai 130 ai 170 miliardi di euro che potrebbero essere, invece, impiegati a sostegno delle Riforme (a partire da quella fiscale) per uscire dal tunnel ed imboccare finalmente la strada della crescita, dello sviluppo e quindi dell’occupazione e del lavoro».
«La proposta di riforma fiscale della CISAL – ha ricordato Cavallaro – intende introdurre strutturalmente nel sistema fiscale il cosiddetto “contrasto di interessi”. Una proposta che parte dalla constatazione che oggi chiunque effettui una spesa subisce, in realtà, una doppia tassazione. Infatti, la quota di reddito impiegata per una spesa, oltre all’imposizione indiretta applicata all’atto del pagamento (Iva), ha già subito (nei numerosissimi casi di ritenuta alla fonte) o comunque subirà, all’atto della dichiarazione dei redditi, un’ulteriore tassazione derivante dall’imposizione diretta (Irpef). In definitiva: chi consuma paga due volte. Ne consegue che effettuare una spesa o ricevere una prestazione in nero si traduce in un risparmio per il contribuente, ma anche nel doppio guadagno a vantaggio dell’evasore».
Passaggio importante della relazione del segretario generale della CISAL è stato, infine, quello sulla riforma della giustizia e le misure anticorruzione: «Una giustizia che funzioni – ha sottolineato Cavallaro – rappresenta sicuramente uno dei più efficaci deterrenti contro il malaffare in genere, la corruzione in particolare. Naturalmente – ha aggiunto – servono le leggi, ma le lungaggini procedurali e processuali, unitamente alla mancanza di certezza della pena, ammesso che si arrivi in tempi utili a sentenza definitiva, finiscono quasi sempre per renderle inefficaci. Tutto questo non certo per negare la necessità della Riforma, (eravamo e siamo favorevoli ad esempio alla responsabilità dei giudici), quanto per auspicarne la capacità di affrontare e indicare soluzioni che abbraccino a 360 gradi la complessa materia della legalità (dai reati comuni a quelli della criminalità organizzata, dai reati contro la pubblica amministrazione a quelli contro il patrimonio, l’ambiente, le donne, il terrorismo e le tante forme di schiavitù). Un vero piano strategico, insomma, che non trascuri le croniche disfunzioni organizzative e funzionali delle strutture giudiziarie, consenta di avere quel minimo di certezze che possano sostenere le speranze, la voglia di fare, di intraprendere, di operare nella legalità. È questa – ha detto ancora Francesco Cavallaro – una delle condizioni indispensabili che, purtroppo, mancano a questo Paese, anche per attrarre capitali di investimento. Siamo garantisti, naturalmente, ma siamo anche stufi – ha concluso il segretario generale della CISAL – di essere costretti a restare in perenne apnea prima di conoscere la verità, specie se giudiziaria».
L’evasione e gli evasori e la connessa corruzione è il più grande e pricipale problema dell’ Italia che sottrae ENORMI e crea Inestimabili buchi nel bilancio statale e di conseguenza nesce l’alta pressione fiscale nei confronti di chi non può evadere e deterioramento negli investimenti e il deperimento dello stato sociale a danno dei ceti più deboli e indifesi della società. I pricipali evasori fiscali: La chiesa cattolica, La classe medica, liberi professionisti, artigiani (idraulici, meccanici, parrucchieri, alcuni esercizi commerciali ecc.). Da censurare subito, per carità.