Il passaggio ravvicinato è avvenuto alle 05:51 italiane di ieri e solo poche ore prima l’asteroide era stato scoperto dal programma di ricerca Catalina Sky Survey, dell’università dell’Arizona. Il grande sforzo che si sta facendo attualmente è «cercare di fare stime di allerta sul passaggio ravvicinato dei piccoli asteroidi», ha detto Ettore Perozzi, responsabile delle operazioni presso il Centro coordinamento sui Neo dell’Esa. Questi piccoli corpi celesti, dal nome minaccioso di “imminent impactor” potrebbero essere il bersaglio ideale del telescopio Fly-Eye, progettato da centri di ricerca e industrie italiane e promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha detto Alberto Tuozzi, direttore Telecomunicazioni e Navigazione dell’Asi.
Il progetto è attualmente all’esame dell’Esa nell’ambito del programma Space Situational Awarness (Ssa), dedicato alla sorveglianza degli asteroidi vicini alla Terra. Fly-Eye, ha osservato Tozzi, è un telescopio particolarmente indicato per trovare oggetti che si muovono e in grado di accumulare dati in modo efficiente, con un software che li analizza: è lo strumento più efficiente per scoprire gli asteroidi vicini alla Terra, così come per monitorare i detriti spaziali. C’è ottimismo sulla possibile approvazione in tempi brevi e, in questo caso, il primo sito del telescopio potrebbe nascere in Sicilia
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