L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto facente funzioni Alberto Nobili e al momento a carico di ignoti, è partita dopo la denuncia presentata dalla stessa giornalista alla polizia postale, nel settembre scorso, quando il suo profilo “iCloud”, ossia la memoria virtuale del suo telefonino, è stato hackerato e gli scatti osé sono finiti in Rete. Un fatto «estremamente grave», lo aveva definito l’ufficio stampa della giornalista che si è detta «molto amareggiata e indignata» per la «gravissima violazione della privacy» che l’ha riguardata.