L’intervento della polizia è scaturito sia da servizi di osservazione, da parte della polizia, sia per alcune segnalazioni provenienti dai residenti del quartiere Irno. Ma l’attività antidroga, da parte della squadra mobile (agli ordini del vice questore Tommaso Niglio), non è terminata con il sequestro di cocaina nel centro estetico.
Un altro blitz è stato effettuato sul lungomare Trieste, dove da mesi viene tenuto sotto osservazione un trafficio di hashish gestito da gruppi di nordafricani entrati più volte in contrasto con pusher locali. Venerdì i poliziotti della sezione Falchi hanno notato un uomo, poi identificato per il nigeriano Festus Ahunsimen, al quale due ragazzi si avvicinavano per l’acquisto della droga. Lo straniero li ha dirottati a sua volta verso altri due giovani, seduti su una panchina poco più avanti, che hanno concluso lo scambio tra droga e denaro.
È a quel punto che gli agenti sono intervenuti, recuperando l’hashish già venduto ai ragazzi (due cugini di Sarno, di cui uno minore) e altre venti stecche. Anche uno degli spacciatori è minorenne, ed è stato affidato a un centro di accoglienza su disposizione del sostituto procuratore Angelo Frattini; l’altro, il maggiorenne Muhammed Sambou, è stato condotto in carcere.
È invece ai domiciliari il salernitano Michele Ansalone, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di avere organizzato nella sua abitazione di Mariconda una centrale di spaccio gestita insieme al figlio Alfonso, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora. L’ordinanza cautelare, firmata dal giudice delle indagini preliminari Renata Sessa su richiesta del sostituto procuratore Guglielmo Valenti, prende origine dalle minacce con cui padre e figlio avrebbero terrorizzato un cliente che non aveva pagato 80 grammi di hashish.
Spaventato, il giovane si recò lo scorso dicembre negli uffici della Mobile, raccontando che da circa un anno e mezzo acquistava lo stupefacente in casa degli Ansalone, ma che a novembre non aveva pagato e da allora erano iniziate le intimidazioni a lui e ai suoi familiari. Le indagini hanno confermato il racconto, portando a un’ordinanza cautelare per i reati di spaccio e tentata estorsione.