La scuola svolge un ruolo fondamentale nell’inserimento sociale di ciascun individuo; essa ha, fra gli altri, l’importante compito di mediare i rapporti sociali in modo da evitare pregiudizi, intolleranze e discriminazione, nonché di orientare ed inculcare, nello scolaro prima e nello studente poi, la cultura del confronto e del reciproco rispetto. Tra i banchi si sviluppa il senso di comunità e si gettano le basi sulle quali forgiarne quello di appartenenza.
Tuttavia, talvolta il ragazzo preferisce farsi ammaliare dall’inganno della legge del più forte e così colui o coloro che appaiono non omologati o dissimili divengono oggetto di scellerata esclusione, di scherno, di violenza. E’ davvero interessante notare come nel bullismo i ruoli talvolta possano addirittura sovrapporsi sino a confondersi.
Nel 2014-15, il 6 % degli adolescenti che frequentano la seconda classe delle scuole superiori ha dichiarato sia di aver subito, con cadenza settimanale o giornaliera, atti di bullismo sia di aver praticato tali comportamenti nei confronti di altri studenti con eguale frequenza. La percentuale è più alta tra gli studenti immigrati: 9,5 % contro il 5,7 % degli studenti italiani. Si può e deve rispondere alle umiliazioni derivanti dalle aggressioni psicologiche o fisiche subite in maniera diversa, ma questo richiede opportuno sostegno.
Arginare tale fenomenologia diviene sempre più complicato perché sovente essa travalica le mura scolastiche, fino ad insinuarsi attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, come i social, mediante cui gli adolescenti possono veicolare di tutto e spesso senza inibizione alcuna.
Ben venga dunque la giornata contro il bullismo ed ogni iniziativa – vedi la proposta di legge sul Cyber bullismo – volta a contrastare un qualcosa che va affrontato con assoluta conoscenza e competenza, ancorché con necessario equilibrio e determinazione.
Colui che è spettatore, anzi testimone, svolge un ruolo fondamentale e la sua indifferenza o i suoi silenzi possono renderlo complice, anziché censore. Ma è la società nel suo insieme e sono le istituzioni nelle proprie articolazioni a dover mantenere alta la asticella della attenzione, a dover affermare il primato della legalità, a dover salvaguardare i diritti di tutti e di ciascuno, a partire da quelli dei più deboli.
editoriale a cura di Tony Ardito.
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