Ora ci saranno 45 giorni di tempo per raggiungere un accordo sindacale sulla mobilità, più altri trenta in sede ministeriale. Previste nei prossimi giorni le assemblee con i lavoratori. I sindacati chiederanno un incontro con l’azienda per conoscere il piano industriale e già minacciano nuovi scioperi, dopo quelli effettuati il 27 e 28 gennaio.
“Licenziamenti inaccettabili. La totale liberalizzazione degli orari di apertura, l’utilizzo improprio dei voucher e il frequente ricorso alle terziarizzazioni non sono serviti alla tenuta degli ipermercati messi a dura prova dalla crisi dei consumi”, affermano la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan e il segretario della Fisascat, Pierangelo Raineri.
“I 500 esuberi di Carrefour sono il completo fallimento della politica del sempre aperto: dopo un anno e mezzo di sperimentazioni di aperture domenicali, notturne, nei festivi, questo è il risultato”, commenta Luca Sanna della Filcams Cgil Torino. “Speriamo si possa trovare una diversa soluzione che possa salvaguardare i posti di lavoro. E’ evidente, comunque, che questa scelta è indicatrice della crisi in atto”, dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Il Piemonte con 167 esuberi e la chiusura di 2 punti vendita è la regione più colpita.
“L’avvio della procedura di mobilità rischia di avere conseguenze molto gravi per la nostra regione con la perdita di posti di lavoro proprio in quei settori che negli ultimi anni hanno mostrato propensione ad assumere”, dichiara l’assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero. Il gruppo Carrefour ha circa 20.000 dipendenti in Italia (8.574 negli ipermercati), il 97% assunto con contratto a tempo indeterminato.