Una situazione paradossale, che penalizza Eboli per criticità emerse nel corso della precedente amministrazione comunale e della successiva gestione commissariale, ma poi invece risolte durante l’Amministrazione Cariello. Criticità che non sono più presenti, ma sulla base delle quali evidentemente il Ministero ha assunto la decisione di soppressione di queste ore. Un decreto non ancora operativo, ma considerato definitivo.
Basterebbero i numeri per indicare la legittimità del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace ad Eboli. Il Comune ha avuto la capacità di assegnare ben sei addetti presso l’Ufficio, con il supporto anche di tre lavoratori ex LSU. La stessa funzionalità dell’Ufficio è in queste ore prossima al miglioramento, grazie al trasferimento dell’Ufficio nei locali dell’ex Tribunale di Eboli.
Il Comune di Eboli si sta facendo carico di oltre 400mila euro all’anno per 6 dipendenti e per l’integrazione a 3 LSU, senza ottenere alcun supporto dai Comuni limitrofi ed interessati all’Ufficio del Giudice di Pace. Inoltre, più volte il Comune di Eboli ha chiesto al ministero di effettuare il corso di formazione ai dipendenti, ma senza ottenere alcuna risposta. Rispetto al provvedimento assunto dal Ministero, da Eboli si annuncia una dura battaglia, a cominciare da un ricorso contro il decreto di soppressione.