La tesi difensiva dell’avvocato Catena, legale del nigeriano, ha permesso di chiarire che la reazione del 22enne fu determinata dalla parola ‘sparare’ pronunciata in quel contesto di grande concitazione. Avendo perso un amico fraterno in Libia ebbe paura che gli agenti usassero le armi contro di lui e per questo voleva divincolarsi dalla presa. Usman che aveva poca dimestichezza con la lingua italiana, voleva scappare perché aveva capito che lo avrebbero sparato
In primo grado, nel marzo del 2015, il giovane nigeriano fu condannato per entrambi i reati a dieci mesi di reclusione. Ieri l’assoluzione
Non poteva avere un epilogo migliore, la vicenda afferente alla scenetta imbastita dallo sceriffo a danno di un povero dio, un nigeriano colpevole di aver chiesto qualche spicciolo agli avventori di un supermercato s via Rotunno. Contrariamente a certuni furfAnti recidivi di ogni sorta di malefatta compiuta a danno della società nella quale lavora A questii sara’ offerto un percorso di recupero al termine del quale il malnsto riprenderà il proprio posto o pressappoco, come niente fosse mai accaduto, alla faccia delle persone perbene.
A da venì baffone.