Gli scienziati dell’ente americano ritengono che possa trattarsi di una cometa che ha smesso di ‘brillare’: “2016 WF9 potrebbe avere origini cometarie – ha sottolineato James Bauer del Jet Propulsion Laboratory della NASA – ed è un oggetto che illustra quanto possa essere sottile il confine tra asteroidi e comete”. “Forse nel tempo – ha aggiunto lo studioso – 2016 WF9 ha perso la maggior parte delle sostanze volatili che permangono sopra o appena sotto la superficie di questi corpi celesti”.
L’oggetto si sta avvicinando progressivamente alla Terra, e raggiungerà il perigeo (il punto più vicino al nostro pianeta) il prossimo 25 febbraio 2017, a una distanza comunque notevole, circa 51 milioni di chilometri, che ci mette al riparo da qualunque potenziale pericolo. La missione NEOWISE è stata riattivata nel dicembre 2013 dopo aver individuato ben 34 mila asteroidi: nel caso si trattasse di una cometa, 2016 WF9 sarebbe la decima dopo la riattivazione, oppure sarebbe il centesimo asteroide. I mesi scorsi la stessa missione ha scoperto la “cometa di Capodanno”, C/2016 U1 NEOWISE, che avremo la possibilità di osservare soltanto per altri dieci giorni, prima che si inoltri di nuovo verso lo spazio profondo.
La missione di ricerca della NASA denominata NEOWISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), deputata allo studio e alla catalogazione di corpi celesti potenzialmente pericolosi per la Terra, ha individuato un misterioso corpo celeste lo scorso 26 novembre: l’oggetto, che dovrebbe avere un diametro compreso tra 500 metri e un chilometro, si sta avvicinando al nostro pianeta (ma non troppo) e mostra caratteristiche intermedie tra quelle di un asteroide e una cometa. Soprannominato 2016 WF9, l’oggetto è scuro e riflette solo una piccola percentuale della luce proiettata sulla sua superficie, caratteristiche che, assieme a quelle dell’orbita calcolata dagli astronomi, lo rendono del tutto simile a una cometa, ciò nonostante la scia di polvere e gas luminoso che caratterizza questi affascinanti corpi celesti è totalmente assente.
Gli scienziati dell’ente americano ritengono che possa trattarsi di una cometa che ha smesso di ‘brillare’: “2016 WF9 potrebbe avere origini cometarie – ha sottolineato James Bauer del Jet Propulsion Laboratory della NASA – ed è un oggetto che illustra quanto possa essere sottile il confine tra asteroidi e comete”. “Forse nel tempo – ha aggiunto lo studioso – 2016 WF9 ha perso la maggior parte delle sostanze volatili che permangono sopra o appena sotto la superficie di questi corpi celesti”.
L’oggetto si sta avvicinando progressivamente alla Terra, e raggiungerà il perigeo (il punto più vicino al nostro pianeta) il prossimo 25 febbraio 2017, a una distanza comunque notevole, circa 51 milioni di chilometri, che ci mette al riparo da qualunque potenziale pericolo. La missione NEOWISE è stata riattivata nel dicembre 2013 dopo aver individuato ben 34 mila asteroidi: nel caso si trattasse di una cometa, 2016 WF9 sarebbe la decima dopo la riattivazione, oppure sarebbe il centesimo asteroide. I mesi scorsi la stessa missione ha scoperto la “cometa di Capodanno”, C/2016 U1 NEOWISE, che avremo la possibilità di osservare soltanto per altri dieci giorni, prima che si inoltri di nuovo verso lo spazio profondo.
Foto di Fratisek_Krejci – Fonte scienze.fanpage.it