“I tifosi devono sostenere la squadra. Se la squadra non si impegna è giusto criticarla, ma se si impegna e non ottiene risultati non è colpa sua. Le partite si possono vincere e perdere, e quella di sabato ha lasciato l’amaro in bocca a tutti perché avremmo meritato la vittoria ma non ci siamo riusciti. Non ammetto che venga fischiata la squadra quando si impegna. Io ho sempre ringraziato i tifosi che sono sempre presenti allo stadio e a quelli che vanno sempre in trasferta, gli devo rendere atto. Ma quelli che criticano sempre e non si presentano nemmeno allo stadio mi danno fastidio”.
Cambiano anche i toni della risposta quando si torna a parlare delle ambizioni future della Salernitana: “La Serie A? L’appetito vien mangiando, ma bisogna restare con i piedi per terra, bisogna fare le cose con intelligenza e in modo duraturo. Quando sono arrivato non c’era nemmeno un pallone e non lo dico per rinfacciare qualcosa ma non bisogna dimenticare i sacrifici che ha fatto la società per dare una stabilità finanziaria al Club. Per andare in Serie A c’è bisogno di un clima favorevole nell’ambiente, non soltanto gli acquisti. Che io voglia impedire alla Salernitana di andare in Serie A è solo una leggenda metropolitana inventata da alcuni giornalisti. Tutti vogliono il massimo, ma per far sì che tutto vada per il meglio c’è bisogno di tempo”.
Inevitabile il ritorno sull’argomento che ha innescato la polemica, quelle dichiarazioni considerate offensive dalla tifoseria, sulla storia della Salernitana: “Ha una storia importante, ma in 97 anni non ha vinto trofei. Ha militato prevalentemente in Serie C, quindi si dovrebbe apprezzare il nostro sforzo di mantenerla prevalentemente in Serie B. Non ho nulla contro i tifosi, anzi ringrazio la Curva a cui non si può dire niente, è sempre presente”.
I sogni dei tifosi? “Dobbiamo creare le condizioni per trasformare le aspirazioni delle persone in realtà. Io vorrei rimanere a vita qui e dare la certezza di un futuro a questa società”.