La discarica, che insiste lungo la SP45 proprio a ridosso della variante alla SS18 nel territorio compreso tra Agropoli e Prignano Cilento, doveva servire a stoccare i rifiuti indifferenziati (immondizia prodotta dai comuni del Corisa4) che, dopo essere stati triturati e imballati, venivano depositati proprio in località Gorgo per ripartire, nel giro di pochi giorni, alla volta delle discariche. Doveva essere un sito di stoccaggio provvisorio creato all’indomani dell’emergenza rifiuti, che nel 2006 interessò la Campania: i circa 20mila metri cubi di rifiuti stoccati e mimetizzati sotto un telone verde, che sovrastano la Cilentana, hanno invece sostato nell’area per anni, in attesa che fosse completato l’iter procedurale, con un innegabile impatto ambientale sul territorio circostante.
A breve per la località inizierà dunque una nuova via. Sulla questione interviene anche il circolo Legambiente “Ancel Keys” di Torchiara col presidente Adriano Maria Guida: «Innanzitutto complimenti all’amministrazione comunale di Agropoli – dice – è stato risolto un problema annoso che avrebbe potuto portare a conseguenza molto gravi. È un pugno dell’occhio vedere quelle balle immerse in un luogo bellissimo dal punto di vista paesaggistico. Dalle colline del Cilento si vede uno splendido mare, non dovrebbe vedersi della spazzatura».
Sull’aspetto paesaggistico Guida lancia una proposta: «Una volta bonificata la discarica e messa in sicurezza la zona, si dovrebbe procedere con una importante rivalutazione. Potrebbe nascervi un’area verde con un piccolo bosco o una coltivazione. La piantumazione di alberi rappresenterebbe il non plus ultra di una difficile azione di bonifica, ponendo fine ad uno scempio che va avanti da troppi anni». Guida, infine, dichiara che l’associazione controllerà i lavori: «Saremo dei supervisori – spiega – perché si tratta di una questione complessa ma non per questo perdoneremo errori o superficialità. Lo dobbiamo ai nostri figli – conclude – non possiamo lasciare loro in eredità degli scempi. Dobbiamo costruire la bellezza»