Un raggiro ordito per entrare in possesso dei beni dell’anziana, che non aveva né figli né altri parenti che potessero reclamarne l’eredità. Ne avrebbe così tradito la reale volontà, espressa in un documento antecedente in cui chiedeva che dopo la sua morte tutti i suoi averi fossero utilizzati per la costruzione di un centro per ciechi che portasse il suo nome.
L’inchiesta parte nel 2014, un anno dopo la morte dell’anziana. È la Stoyanova a rivolgersi alla magistratura, denunciando che l’avvocato (cointestatario con la deceduta di un conto corrente bancario) si rifiutava di svincolare il denaro e di consegnare a lei l’intera somma depositata sul conto. L’uomo, difeso dall’avvocato Michele Tedesco, aveva contestato già allora l’autenticità del testamento che attribuiva alla donna tutti gli averi dell’anziana, ma quando nei suoi confronti fu formulata richiesta di archiviazione del procedimento l’ex badante si oppose ritenendo che il professionista (ieri assolto dalle accuse) le avrebbe sottratto, attraverso un falso testamento, dei beni che, di fatto, avrebbe dovuto avere lei in eredità.
Ma il contenuto della denuncia e le accuse lanciate dalla donna in sede di udienzapreliminare quando le due parti si presentarono per discutere la richiesta di archiviazione della Procura nei confronti dell’avvocato civilista, insospettirono il gup che chiese una proroga d’indagine sospettando una circuizionedi incapace. Fino a ieri quando, nel caso della donna, è stato accertato che la donna avrebbe indotto l’anziana, vivendo in casa con lei, a firmare quei testamenti e a convincerla a lasciarle tutti i beni. Ma soprattutto approfittando del fatto che la donna anziana, nell’ultimo periodo non era molto lucida
Fonte Il Mattino