Non si è fatta attendere la risposta della famiglia Fuoco che ha affidato in un comunicato poche ma tristi parole di sgomento e incredulità: “Siamo molto rammaricati per l’accaduto, solo ora troviamo un po’ di forza per scrivere queste due righe con il nodo in gola, e tanta rabbia. La famiglia si dissocia dalla suddetta persona che ha commesso questo increscioso crimine come si è dissociata in passato. Siamo profondamente addolorati e crediamo in una giusta pena che valga da esempio anche per altri casi come questo. I nostri genitori dall’alto, speriamo non ce ne vogliano, per avere rabbia nei confronti di un loro figlio che porta questo cognome invano.”
L’uomo, nonostante il clamore mediatico che ha assunto la vicenda, non si è dimostrato pentito per la morte della cucciola Chicca. Anzi ha candidamente ammesso, come riportato dal quotidiano “Le Cronache”: “Ma in fondo cosa ho fatto?”.