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Donald Trump e Virginia Raggi : storie parallele ma non troppo (di Cosimo Risi)

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Lo stesso destino mediatico colpisce due personaggi venuti alla ribalta nel 2016 e chiamati a restarci per qualche anno ancora. A meno di sconquassi, che negli Stati Uniti prendono il nome di “impeachement process” e in Italia di rinvio a giudizio. Nell’immediato la stampa riserva loro un’attenzione avente pochi eguali nella storia di dominio della comunicazione, vero o falsa che sia, sugli affari pubblici. La distanza fra Trump e Raggi è la stessa che corre fra Stati Uniti e Italia: un abisso in senso letterale, in mezzo ci passa l’Oceano Atlantico. Quanto accade alla Casa Bianca ha rilievo sugli scenari mondiali, quanto accade al Campidoglio inquieta principalmente i romani che sono già inquieti di loro.

L’ultima critica mossa al Presidente americano è che spende troppo per sé e per la famiglia, tutti protetti dal Servizio Segreto quando stanno a Washington e nelle missioni istituzionali, e dalle polizie locali quando  si spostano per affari e per diporto. La residenza tropicale del Presidente sta in Florida e la polizia di contea deve sorvegliarla mentre la guardia costiera pattuglia l’ansa antistante. La moglie col figlio vive a New York perché a Washington non funzionano scuole altrettanto buone (capita pure in America che le famiglie si dividano per il bene delle “creature”) e il Dipartimento di polizia metropolitana, l’NYPD di innumerevoli telefilm, deve vegliare sul palazzo e sugli spostamenti. I figli viaggiano per il mondo e gli agenti a seguirli ovunque. Qualche malintenzionato – e nel mondo abbondano quelli che hanno gli americani in uggia – potrebbe attentare alla loro incolumità.

L’apparato di sicurezza costa moltissimo al Tesoro e di conseguenza al contribuente americano, di cui la parte vincente aveva eletto Trump a paladino delle classi meno agiate e tormentate dalla globalizzazione. Alla globalizzazione delle merci e delle persone il Presidente si propone di porre freno con il neo-protezionismo, la famiglia prosegue con la globalizzazione degli affari. Con disinvoltura corregge anni di diplomazia mediorientale basata sul principio dei due popoli (palestinese e israeliano) per due stati. Alla conferenza stampa col Primo Ministro d’Israele il Presidente sostiene che uno o due stati fa lo stesso, ciò che importa è trovare “a good deal” (una buona intesa). Gli affari sono  affari anche in vicende complicate come quelle che aleggiano attorno ai Luoghi Sacri.

La Sindaca di Roma scopre ogni giorno che qualcuno ha acceso una polizza vita in suo favore. Lo prenda come un augurio di longevità, le polizze di questo tipo sono fatte per scattare molto tardi. La causale “relazioni sentimentali” la sorprende, si dichiara al centro di un intreccio di favori non richiesti e di cui apprende solo dai giornali. Nella ricostruzione dei sodali,  la stampa enfatizza i torti della persona e tace delle mirabilia dell’amministrazione. Delle  mirabilia il “civis romanus” fatica ad accorgersi. In un’Italia che per le statistiche  legge poco è il solo a compulsare regolarmente i giornali. Legga di meno e cammini di più per strada,  il bus e il taxi non passeranno.

Cosimo Risi

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