Non foss’altro per quello che ha fatto vedere nel corso della sua carriera. Il calcio italiano lo ha conosciuto come Rosinaldo, il giocatore che con la maglia del Torino prima e del Siena poi era capace di saltare avversari come birilli per segnare gol bellissimi. E’ così che il calabrese dalla provincia era arrivato in nazionale e poi s’era meritato i soldoni dello Zenit, dove solo per incomprensioni con mister Spalletti non era riuscito ad esplodere. Il tempo, ovviamente, passa per tutti: Rosina non è più quello di 10 anni fa, ma in Serie B rappresenta (o almeno dovrebbe) ancora un lusso. L’anno scorso col Bari è arrivato in doppia cifra sia in termini di assist che di gol segnati.
In questa stagione è arrivato appena a quota 5 in quanto a reti (che hanno regalato punti alla Salernitana in 3 circostanze), mentre gli assist vincenti sono ancora pochini. Per il giocatore incoronato capitano nonappena ha messo piede a Salerno, per l’uomo al quale (sulla fiducia) Lotito e Mezzaroma hanno accordato un contratto di 4 anni a cifre importanti, per quello che era stato annunciato come il crack in sede di mercato, un po’ pochino. Per trovare un posto in squadra al calabrese, tra l’altro, spesso e volentieri sia Sannino che Bollini si sono visti costretti a fare a meno di Donnarumma, eppure i numeri dicono che anche Coda incide di più col gemello al suo fianco, rispetto a quando gioca assieme all’assist-man per antonomasia.
A Bollini, che ha rilanciato diversi elementi finiti nel dimenticatoio (Schiavi è stato tra i migliori contro il Cesena), spetta il compito di risolvere rapidamente questo rebus, che rischia di creare equivoci e problemi, che sono evidenti come testimoniano gli oltre 400 minuti di digiuno degli attaccanti (le ultime due reti della Salernitana portano le firme dei centrocampisti Busellato e Minala), l’ultima punta a timbrare il cartellino è stata Coda (contro lo Spezia), mentre per trovare gli ultimi centri di Donnarumma e Rosina bisogna tornare ancora più indietro nel tempo.