Nel mezzo, annega, senza salvezza, il dolore.
A Francesco e molti altri.
Ai pazzi, quelli privi di umanità, ai bendati che non sentirono e legarono, condannando Vita.
– Sei capace di legarmi?
Chiede.
Nella voce il tintinnare quasi silenzioso di un tenero tremore.
L’ altro annuisce senza sollevare il capo.
Scrive come se scarabocchiasse sul foglio. Senza intenzione.
Come fosse finzione.
– Sei capace di legarmi?
La voce vien fuori per vincere il timore e stride nei denti, nell’aria senza spazio.
C’è quell’odore forte di incompiuto…
L’altro sorride e si volta verso la finestra.
Non lo guarda. Al lato delle labbra si disegna una piccola fossetta.
Ed è lì che si accovaccia l’ombra.
Lui la vede.
Vede ombre deformi e senza storia.
Ombre capaci di saltargli sul petto, portarlo in un dove o graffiare gli altri.
Per questo è lì.
Vorrebbe dirgli dell’ombra, gridando.
Ma ha imparato ad aspettare.
– Hey. Sei capace?
Ha paura.
Vorrebbe un alleato. Qualcuno che lo afferri, gli tenga le mani, la sua storia.
La storia c’è.
Se ci fosse anche qualcuno coi piedi fermi ed un sorriso per fermarla.
È l’uomo che è di fronte?
L’uomo non sorride più.
L’ombra si è allargata come fosse una pozzanghera di veleno.
Si avvicina.
E lega. Prima le caviglie – così gli è stato insegnato – poi i polsi.
Due pillole.
Solo due.
Così ha studiato.
Chiude la cartella.
La porta alle spalle.
Anche oggi muore. E non lo sa.
Fatima Mutarelli
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Fb: Fatima Mutarelli (ragazza alla finestra)