Sono gli argomenti sui quali sono stati chiesti chiarimenti ad Angelo Tofalo, deputato del M5s e componente del Copasir (il comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti), convocato oggi in qualità di persona informata dei fatti dal pubblico ministero della Dda di Napoli Catello Maresca, titolare dell’inchiesta su un traffico di armi con la Libia e l’Iran, due paesi sottoposti a embargo dalla Comunità europea. Il parlamentare si è presentato nel tardo pomeriggio nell’ufficio del pm davanti al quale era comparso già nei giorni scorsi per rendere dichiarazioni spontanee.
Fu Annamaria Fontana – arrestata nelle scorse settimane per traffico di armi insieme con il marito, Mario Di Leva, convertito all’Islam – che avrebbe fatto da intermediaria per un incontro avvenuto a Istanbul tra il deputato e l’ex premier islamista del dissolto governo di salvezza nazionale libico, Khalifa Ghwell.
L’esponente politico si sarebbe inoltre impegnato a organizzare un convegno nella capitale con Ghwell e esponenti di altre fazioni libiche, convegno al quale i promotori volevano invitare anche personaggi di primo piano come Di Maio e Di Battista (estranei all’indagine).
Quando si presentò in procura per fornire la sua versione dei fatti, Tofalo spiegò che i contatti servivano ”a raccogliere notizie utili alla sicurezza della Repubblica” e che le sue frequentazioni ”erano finalizzate anche all’organizzazione, in territorio italiano, di un possibile evento di pace e cooperazione a cui invitare tutti gli attori libici”.
Intanto in una informativa della Guardia di Finanza trasmessa alla Dda partenopea si evidenziano – come elementi di rilievo a sostegno dell’accusa di traffico illecito di armi – tre mail partite dall’indirizzo di posta elettronica della Fontana e che fanno riferimento a forniture di armi in Libia.
Annamaria Fontana, durante un interrogatorio che si è svolto nei giorni scorsi, ha negato che sia stata lei a trasmettere le mail. “Attualmente la situazione nel paese è nota a tutti – si legge in una mail a un destinatario ignoto il 20 maggio 2015 – E’ stato sostituito il premier Omar Al Sassi.
E’ stato nominato premier il nostro amico Kalifa che nella qualità di ministro della difesa ci ha formato dichiarazioni e ordini… Il nostro problema è solo finanziario in quanto la Tunisia si è schierata con Tobruk e Kalifa per pagare deve usare solo banche in Turchia che riconoscono il governo di Tripoli. Il tempo perduto è solo per spostare capitali ad Istanbul.
Considera che ieri hanno preso in ostaggio 172 cittadini tunisini ed all’aeroporto di Tunisi hanno arrestato un capo delle milizie libiche. Noi avevamo tutto quadrato con banca in Tunisia e per i motivi che ti scrivo abbiamo dovuto riorganizzarci a nostra volta”.
Gli investigatori chiosano: ”A cosa dovessero servire i materiali di armamento che Khalifa Al-Ghweil ha tentato di acquistare dalla Fontana, incontrandola da ultimo il 17-19 settembre 2016, è di facile intuizione dalla lettura degli organi di stampa che il 15 ottobre 2016 riferiscono del tentativo di colpo di stato (attuato da Khalifa, ndr) e dell’aggressione alle basi del governo sostenuto dalle Nazioni Unite”.
Fonte ANSA