A fondare l’azienda erano stati i nonni di Silvia, che all’inizio aveva scelto un’altra strada professionale, diventando un’affermata fotografa. Poi la scelta di dedicarsi al vino e iniziare l’avventura di produttrice insieme a un amico d’eccezione, l’enologo Riccardo Cotarella, ancora oggi al suo fianco insieme a uno staff di fedelissimi. Nel 1995 il Montevetrano diventa una ‘celebrity’ enologica, grazie al noto wine writer Rober Parker che lo definisce “il Sassicaia del Sud”. Il Montevetrano è un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Aglianico, oggi prodotto in circa 30.000 bottiglie l’anno vendute dalla Germania al Giappone, con un rapporto quasi diretto con i clienti. Un rapporto senza intermediari, a cui Silvia Imparato tiene moltissimo:
“Una volta c’erano gli agenti, che erano gli interlocutori con il mercato. Oggi noi siamo molto più vicini ai consumatori rispetto al passato. Siamo attenti alle loro domande, alle loro critiche, al loro pensiero. Il motore più importante sono i clienti fedeli, quelli che ti conoscono e ti seguono da sempre. Avere a che fare con loro significa avere un punto di riferimento che si muove con il convincimento della tua qualità. La qualità ci mette più tempo ad arrivare, però rimane”.
Fondamentale, da questo punto di vista – osserva Imparato – è stata la diffusione della cultura del vino e la crescita dell’informazione anche grazie all’attività di associazioni come Ais, l’Associazione italiana dei sommelier: “L’informazione è una possibilità di conoscenza” afferma, dice l’imprenditrice protagonista a Viterbo di una ‘Vertical show’ dei suoi vini organizzata dalla delegazione locale dell’Ais Lazio. Imparato conclude con un accenno al suo primo amore, la fotografia: “C’è sicuramente uno sguardo simile tra fotografia e vino – osserva – Questo è quello che mi colpisce in ogni cosa, nelle persone ma anche nel vino e nelle annate”.
Fonte ANSA
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