Noschese, infatti, non aveva mai accusato problemi di salute; o almeno così gravi da determinarne la morte. Ecco il motivo per cui il magistrato di turno della Procura di Sulmona ha disposto l’autopsia Noschese da circa tre anni non era più al regime del 41bis, anche grazie ad un pronunciamento della Cassazione che aveva annullato – per un problema tecnico-giuridico legato all’estradizione dalla Spagna dove era stato per diversi mesi latitante – la condanna definitiva all’ergastolo, tramutandola in 21 anni di reclusione.
Noschese, per una macabra coincidenza, è morto un anno dopo e quasi nello stesso giorno del decesso del figlio Felice avvenuto 27 febbraio 2016. Felice Noschese venne rinvenuto ugualmente morto in casa. In quel caso, venne ipotizzato un’overdose. Proprio in questi giorni a Battipaglia sono apparsi i manifesti della messa in suffragio per Felice. Adesso, sul corpo del boss sarà eseguito l’esame autoptico per stabilire con precisione le cause del decesso.
La notizia è giunta intorno alle 9 di ieri a Battipaglia. E in via Garibaldi, alle spalle di piazza della Madonnina, dove vivono i suoi familiari, è iniziato da subito un via vai di persone. Visite di condoglianze, un omaggio alla memoria del boss. Un segno di riverenza che non è passato inosservato alle forze dell’ordine che, con discrezione, hanno monitorato le presenze. Il legale di fiducia di Noschese, Paolo Vocca, si è messo in contatto col carcere di Sulmona e con le autorità competenti per ottenere la consegna della salma per la celebrazione dei funerali, a Battipaglia.