Stando a quanto riferito dalla donna alla stampa locale, lei ed Ellie May sarebbero arrivate con un ritardo di soli 4 minuti rispetto all’orario stabilito allo studio della dottoressa Rowe presso la Grange Clinic, a Newport, in Galles. Il medico, però, non aveva aspettato ed aveva detto alla receptionist che non avrebbe visitato la bambina perché non era stata puntuale, nonostante fosse perfettamente a conoscenza della sua condizione. Erano le 17 circa. Intorno alle 23 di quel maledetto 26 gennaio, Shanice si accorge che sua figlia non riusciva più a respirare. Trasportata d’urgenza al Royal Gwent Hospital, è deceduta poco dopo.
È seguita a questo caso un’udienza disciplinare tenutasi a porte chiuse, ma la dottoressa Rowe continua a praticare la professione in una clinica di Cardiff dopo aver ricevuto un richiamo ed essere stata sospesa per sei mesi. Eppure, un rapporto “riservato” del servizio sanitario britannico, riportato dal quotidiano inglese Mail on Sunday, ha sottolineato come “la causa principale della morte della bambina sia stato il rifiuto del medico di visitarla”. La famiglia della piccola Ellie May non si dà però per vinta. “Non abbiamo mai ricevuto neanche delle scuse dalla pediatra – ha detto alla stampa locale la nonna -, e mentre lei ha potuto rifarsi la sua vita la nostra bambina non c’è più”
Fonte Fanpage.it