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Salerno, i ‘furbetti’ dell’ospedale sconfitti con le impronte

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“Il problema dei furbetti del cartellino? Facciano come noi che lo abbiamo sconfitto con le impronte digitali. Unici in Italia”. Nicola Cantone, manager del Ruggi d’Aragona di Salerno, guarda alle vicende del Loreto Mare di Napoli con l’aria di chi la sa lunga.

Soltanto due anni fa la struttura che dirige da circa un anno, prima come commissario, e da agosto come direttore generale, doveva fare i conti con uno scandalo di proporzioni bibliche. Circa 850 indagati per assenteismo, 7 licenziamenti, provvedimenti disciplinari per 60/70 dipendenti tra medici e amministrativi.

Dal 1° dicembre la svolta con l’introduzione di un sistema di rilevazione biometrica. Nome scientifico per dire che i dipendenti, tremila in tutto, dai quadri ai paramedici, quando entrano oltre a marcare il cartellino devono lasciare l’impronta digitale. “L’impronta del dipendente – spiega Cantone – viene inserita in un chip all’interno del badge che va passato nel marcatempo.

Questo, una volta riconosciuto il chip, richiede un ulteriore passaggio per confrontare l’impronta del dito con quella inserita nel chip. Se si passa il solo badge l’operazione viene annullata. Così invece il sistema richiede la presenza del dipendente e in questo modo nessuno può pensare di affidare il cartellino al collega compiacente”. Il vero ostacolo è stato ottenere il via libera del garante della Privacy.

“C’è stata un’interlocuzione piuttosto intensa con l’Authority – ricorda Cantone – ma dopo qualche mese abbiamo avuto i permessi. E’ stato il nodo principale. Qualche sindacato ha mugugnato, ma nessuno ha fatto le barricate. Gli stessi dipendenti, dopo aver vissuto una stagione mediaticamente pesante in cui si parlava del Ruggi solo per le vicende di assenteismo, hanno accolto con favore un provvedimento che tutela la parte sana dell’organico che è la maggioranza”.

Il meccanismo all’inizio ha creato qualche ingorgo nelle ore di punta, quelle di ingresso e uscita, perché richiede un po’ di tempo in più per il riconoscimento. “Si faceva la fila – spiega Cantone – ma ora abbiamo risolto aumentando il numero dei lettori e la cosa scorre meglio. I risultati sono ottimi. Sia i nostri organismi interni che le autorità di controllo ci dicono che il fenomeno da noi non esiste più. Qui i furbetti hanno la vita difficile”.

Fonte RaiNews.it

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