Avevo immaginato che il fenomeno del Movimento andasse via via scemando, stemperandosi a poco a poco, rifluendo nel magma politico dei due collettori politici di voti del centro-sinistra e del centro-destra italiani. Ma al punto in cui siamo, potrei essermi sbagliato e per il solo fatto che alcune delle proposte del Movimento sono ormai “copiate” anche dagli altri schieramenti politici; e in primis per quanto concerne la proposta del “reddito” di cittadinanza, d’inserimento, di lavoro o dir si voglia di simile. In argomento di proposta, con una differenza tuttavia sostanziale, e cioè la spendibilità prima e la disponibilità poi di capitali “economici” che siano sufficienti e necessari all’effettiva realizzazione.
Il concetto di spendibilità implica senz’altro l’introduzione di una misura di spesa che incida sul peso crescente del debito pubblico, implementandolo, o derivi da nuove fonti di finanziamento non “pubbliche”, e quindi “private”. Potremmo parlare nel primo caso di gestione “politica” mentre, in ordine alla seconda ipotesi, viceversa “economica” dell’iniziativa. In ogni caso, la spendibilità delle somme non implica però che queste siano rese immediatamente disponibili ai beneficiari, e pertanto – anche in ordine a questa seconda ipotesi – la “politica” potrebbe pur sempre riappropriarsi di un ruolo e una funzione decisivi e purtroppo riconducibili, ma sempre in ipotesi, anche all’odierno rinomato esercizio di “traffico d’influenze”.
Sul piano strettamente “politico”, gli anni trascorsi dalla fine della Prima e l’odierna consunzione della Seconda Repubblica non hanno apportato novità di sistema; semplificando, si direbbe che dall’allora tangentopoli alla gestione per il tramite della Consip, a quanto sembra (!?), il passo sia brevissimo ovvero, parafrasando innanzitutto l’economista e anche politico Tommaso Padoa Schioppa, di “corta veduta”. Sul piano strettamente “economico”, molto invece è cambiato; con un passo, in particolare quello delle multinazionali, viceversa piuttosto lungo ovvero finanche di prospettiva. Questo, è il portato senz’altro positivo della globalizzazione “economica”, con i risvolti purtroppo spesso negativi della globalizzazione “finanziaria”.
In tale parziale mutato contesto, accade pertanto che in Italia anche il sistema della Casaleggio Associati possa nutrire una chance realistica di governo della cosa “pubblica”, corredando la corrispondente proposta “politica” di una forte impronta “anarchica”, ovvero la possibilità per ogni consociato, secondo una rinnovata forma di patto rousseauiano, di vivere e organizzarsi la propria vita mediante la garanzia di un “reddito minimo di cittadinanza”, ovvero una proposta di tipo “economico” e non più “politico”.
Tant’è e di contro, mi sia permesso ancora evidenziarlo, a una proposta che, se di rinnovato “traffico d’influenze”, non potrà che risultare prima o poi perdente; e comunque a svantaggio dei “soliti noti”.
Angelo Giubileo