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Operaio al lavoro dopo trapianto di fegato, l’azienda lo licenzia

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“Una brutta storia”. Così Edi Lazzi della Fiom torinese parla di quanto accaduto ad Antonio Forchione, 55 anni, operaio della Oerlikon Graziano, azienda di Cascine Vica, alle porte di Torino. Forchione lo scorso anno era stato sottoposto ad un trapianto di fegato. L’intervento era riuscito e dopo alcuni mesi a casa si apprestava a tornare al lavoro. “L’azienda però – racconta Edi Lazzi – lunedì gli ha notificato il licenziamento dicendo che per lui non c’era più posto. Stiamo parlando di un’azienda che ha 700 addetti, non di una fabbrichetta. Sinceramente la motivazione ci sembra un po’ pretestuosa”.

Oggi i suoi colleghi si sono fermati per uno sciopero di due ore su tutti i turni, proclamato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. “L’adesione è stata molto alta – dice ancora il sindacalista della Fiom – È stato uno sciopero di solidarietà con il lavoratore ma anche un modo per dare un segnale all’azienda. Non vorremmo, infatti, passasse il messaggio che se uno si ammala può essere licenziato in questo modo”.

“Di tutta questa vicenda – spiega Gianni Mannori, rappresentante Fiom dell’Azienda – le rsu non sono state avvertite e non c’è stato un confronto con i sindacati. Lo abbiamo saputo lunedì. Non è un comportamento che ci si aspetta da una multinazionale”. Ora il sindacato proverà ad aprire un canale di dialogo con l’azienda per cercare di farla tornare sui suoi passi – spiega ancora Edi Lazzi, altrimenti si andrà per vie legali. E siamo fiduciosi che il giudice darà ragione ad Antonio Forchione”.

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